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La Cdl parla in coro: «Sono prigionieri di una minoranza»

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Il paragone è quello tra le legge che nel 1923 spianarono la strada alla «fascistizzazione della magistratura» e la riforma dell'ordinamento giudiziario che è all'esame della Camera dei Deputati. È Roberto Calderoli (Lega) a chiedere l'intervento diretto di Ciampi: «Il presidente non può più stare a guardare, intervenga e subito di fronte a questo ennesimo attacco al Parlamento - dice - oppure sarà il Parlamento a doversi difendere da solo questa volta usando veramente la clava contro chi gli attribuisce analogie con il regime fascista». Calderoli respinge l'analogia 1923-2004 perché ciò «vorrebbe dire che l'attuale Parlamento ha analogie con quello di allora e che quindi ha analogia con il fascismo». «In caso di un mancato intervento di Ciampi ci difenderemo da soli perché io, del fascista, non me lo lascio dire da nessuno. E visto che si sta andando verso lo sciopero politico di questi giorni, li si precetti come capita per i tranvieri o gli operai». Ma anche da Fi arrivano duri giudizi: «La violenza delle parole di Fucci - dice Renato Schifani, presidente dei senatori di Fi - fa rabbrividire e deve far riflettere tutte le parti politiche. Ormai è chiaro: nello Stato c'è chi vuole prevaricare il Parlamento». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Fi: «Il fatto che addirittura il segretario dell'Anm parli sostanzialmente di fasticizzazione dello Stato dà l'indice del grado di estremismo a cui è approdato un ristretto nucleo di magistrati, che si è impadronito dell'associazione e che ormai sovrappone le sue posizioni a quelle di una stragrande maggioranza di magistrati, che certamente ha orientamento diverso». Gaetano Pecorella, che guida la Commissione Giustizia della Camera, respinge al mittente il paragone storico definendolo «grottesco»: «Chi è in buona fede può davvero sostenere - chiosa - che oggi l'Italia è più fascista che sotto il fascismo». Anche An parla di parole dal sapore eversivo e di una «ala militante della magistratura che ha gettato la maschera», dice Enzo Fragalà. Carlo Giovanardi (Udc), ministro per i rapporti con il Parlamento, indica il rischio che l'Anm si stia trasformando in una vera e propria corporazione.

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