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«Non esistono magistrati intoccabili» Attacco ai pm di Milano Boccassini e Colombo nel mirino di un'inchiesta ministeriale

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Ma l'accoglienza degli oltre 700 magistrati è gelida e le reazioni sono critiche e scettiche. Castelli è arrivato nel pomeriggio alla fondazione Cini e poco dopo il suo ingresso nell' affollatissima sala degli arazzi è partito un applauso. Ma non era per lui, come si è capito quando dal tavolo dei relatori si è sottolineato che il battimani si riferiva ad un messaggio di solidarietà da parte di una delle più importanti associazioni dei magistrati francesi. Al ministro invece è stato riservato solo un tiepido applauso alla fine del suo intervento, durato 40 minuti e al termine del quale se n'è andato via senza ascoltare i magistrati, ufficialmente a causa della nebbia. Ad ogni modo il Guardasigilli, parlando con i giornalisti prima del suo ingresso, si è tolto comunque qualche sassolino dalla scarpa. «Per il ministro non esistono santuari, non esistono magistrati che abbiano prerogative superiori ad altri colleghi», ha risposto, infatti, a proposito dell'azione disciplinare esercitata nei confronti dei Pm di Milano Boccassini e Colombo. Castelli ha sottolineato che le sue sono affermazioni generali e dunque di non voler parlare di casi concreti. In seguito non sono mancati brusii e anche risate ad alcuni passaggi del discorso del ministro. Come quando ha chiamato Bolzano Bozen e, non capendo il motivo del rumoreggiare ha chiesto spiegazioni. «Si dice Bolzano, non Bozen», ha spiegato qualcuno dalla platea. «Ma io - ha replicato Castelli - sono rispettoso dell'identità locale». Ancora brusii e risate quando il ministro ha difeso il sistema dei concorsi previsto dalla riforma dell'ordinamento giudiziario sostenendo che il tempo per lo studio non sottrarrà tempo al lavoro: «del resto - ha aggiunto suscitando la reazione dei magistrati - ci sono magistrati che scrivono libri, che fanno i conferenzieri, gli opinionisti, che scrivono piece teatrali o sono attivissimi in attività associative; perchè impedire a chi lo desidera di impegnarsi e studiare nel tempo libero per affrontare i concorsi». La platea ha rumoreggiato anche quando Castelli ha lamentato «l'esplosione di alcune spese, ad esempio quelle per le intercettazioni telefoniche». Ma il filo conduttore dell'intervento di Castelli è stata la dichiarata volontà di dialogo con i magistrati sulla contestata riforma, volontà, ha sottolineato, «che non è mai venuta meno».

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