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Il CdA sfiducia Annunziata E lei: se ne vadano loro

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Battaglia muro contro muro tra la Lucy di viale Mazzini e i consiglieri del CdA che ieri speravano in un ripensamento della presidente e invece si son visti ribadire in CdA punto per punto tutte le accuse nei loro confronti (cioè il fatto che ricevano telefonate «di raccomandazione» dal premier). Non solo, ma la presidente, dopo aver ricevuto la visita (avvenimento molto anomalo) del presidente della Vigilanza Petruccioli, il quale pare averle consigliato di «resistere, resistere» come una Giovanna D'arco sul rogo, ha tirato fuori un documento in cui illustra la sua intenzione di aprire una verifica sullo stato del pluralismo interno all'azienda, coinvolgendo l'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni e la Commissione di Vigilanza. Un'ora ad alta tensione ieri al settimo piano dove di fronte ad un Cattaneo praticamente muto, l'Annnunziata ha ribadito le sue affermazioni suscitando la dura reazione dei tre consiglieri presenti (Rumi è malato). Quando l'Annunziata è tornata nel suo ufficio, i tre consiglieri di maggioranza si sono riuniti per stilare un documento comune contro l'operato della presidente. In sostanza una vera e propria «sfiducia» nei suoi confronti non definitiva, ma «minacciosa». «Si è rotto il rapporto fiduciario con la presidente», spiega alla fine del CdA, Marcello Veneziani, parlando anche a nome dei colleghi. Nella nota i tre consiglieri «ribadiscono che la propagazione di notizie infondate e lesive della dignità e dell'autonomia del Consiglio, getta discredito e sprofonda la Rai nel clima demagogico pre-elettorale. Quindi i Consiglieri - continua la nota - ritengono che si sia incrinato il rapporto fiduciario con la Presidente». Più che incrinato a quanto pare, visto che parlano di «comportamento sleale e politicizzato» da parte della presidente. Troppo facile infatti leggere nel suo comportamento l'eco della situazione politica esasperata dall'avvicinarsi del confronto elettorale. Di «una lacerazione molto grave», parla il consigliere assente Rumi, che si chiede: «In che condizioni andremo avanti a questo punto?». Un ultimo invito a cambiare comportamento giunge poi da Alberoni, che vede un atteggiamento doppio della presidente: «In CdA lavoriamo insieme costruttivamente, poi va alla Stampa Estera e spara a zero: ma che figura facciamo?». «Si apre uno stato di crisi particolarmente acuta», commenta Petruccioli, ricordando comunque che «non esiste una procedura formale di revoca della presidenza». «Non possono sfiduciarla», rincarano la dose i diessini, Fabrizio Morri, in testa. «Dimettetevi voi», risponde infatti, Lucia Annunziata ai tre consiglieri. Ma da gran parte della maggioranza si alza un coro che chiede le dimissioni della presidente. «L'Annunziata deve ora prendere atto della sfiducia da parte del CdA della Rai e trarne le debite conseguenze. Se c'è qualcuno che deve rimettere il mandato è solo il Presidente della Rai». La frattura politica e aziendale è enorme ed è un dato di fatto. «La situazione è sempre più grave», afferma in serata Veneziani: «Dalle ultime dichiarazioni della presidente mi rendo conto che è irrimediabile. La sua è una forma di bassa propaganda tardo-maoista. Sa benissimo che non è sul pluralismo che abbiamo rivolto le nostre accuse. Dunque, non cambi le carte in tavola. Il pluralismo non lo difende chi vive questa chiamata alle armi preelettorali con spirito di "servizio politico"», conclude il consigliere. Oggi pomeriggio a Saxa Rubra i giornalisti della Rai si riuniranno in assemblea.

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