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Milano pronta ad aprire il fronte dei banchieri

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Gli indagati potrebbero salire di un'altra quindicina. Oggi nuovo interrogatorio di Tanzi

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Indagati che, come numero, nell'arco delle prossime settimane potrebbero salire di almeno una quindicina, forse più. Sono questi i prossimi sviluppi dell'inchiesta aperta dai pm di Milano, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino sul crac del gruppo di Collecchio. Inchiesta nella quale, per ora, con le accuse di concorso in aggiotaggio, false comunicazioni dei revisori e ostacolo all'attività degli organi di vigilanza, sono coinvolte 25 persone - l'ex patron Calisto Tanzi, i tre ex direttori finanziari, i due ex contabili, gli altri ex componenti del cda e del collegio dei sindaci e gli ex revisori della Grant Thornton e delle Deloitte & Touche - e anche le due società di revisione. Agli indagati, eccetto quelli già interrogati, nei prossimi giorni dovrebbe essere recapitato un invito a comparire per poi procedere con gli interrogatori in vista della richiesta di giudizio immediato. Ma, nel frattempo, gli inquirenti - che stanno identificando tutti i nomi, comparsi nei verbali, di funzionari e dirigenti degli istituti di credito e della società di rating Standard & Poors, e cercando di inquadrare come e se hanno concorso nei reati contestati - dovrebbero già fare qualche iscrizione nel registro degli indagati: sarà per quanti sono sospettati di aver contribuito a tenere alto il titolo in Borsa, pur sapendo da tempo del dissesto del gruppo. Le iscrizioni avverranno dopo un attento esame delle posizioni, caso per caso, e banca per banca, in quanto, come è stato spiegato, «non si possono iscrivere le persone nel registro degli indagati in 24 ore». Così, al vaglio degli inquirenti, come è già emerso dagli interrogatori svolti nelle scorse settimane dai magistrati milanesi e da quelli di Parma e dalle perquisizioni della gdf di Milano, ci sono in prima battuta Bank of America (è già finito sotto inchiesta Luca Sala, ex manager dell'istituto statunitense), Citigroup, Morgan Stanley, Deutsche Bank, Capitalia, San Paolo Imi, Banca Popolare di Lodi, Banca Intesa, la sua società di gestione dei risparmi Nextra e la società di rating Standard & Poor's. Si ipotizzano, inoltre, altre acquisizioni, se non perquisizioni e sequestri, da parte delle fiamme gialle. Ma su questo prevale in in Procura a Milano la linea del riserbo: anzi, proprio in Procura non nascondono perplessità per una serie di notizie «incontrollate» apparse in questi giorni. Intanto, per oggi è in calendario un nuovo interrogatorio per Calisto Tanzi, l'ex presidente di Parmalat, in carcere a San Vittore dallo scorso 27 dicembre che, come dicono i suoi difensori, sta «collaborando» con gli inquirenti. Tanzi nei prossimi giorni dovrebbe essere sottoposto a una seconda visita psichiatrica da parte del professor Vittorino Andreoli e, se ci sarà l'autorizzazione della magistratura, potrebbe essere di nuovo trasferito temporaneamente in un ospedale (ancora il Fatebenefratelli oppure il San Paolo) per completare alcuni accertamenti diagnostici. I suoi difensori, oltre a cercare di fargli ottenere gli arresti domiciliari, stanno puntando al trasferimento dell'inchiesta di Milano a Parma: anche loro, come gli avvocati degli ex direttori finanziari Tonna e Del Soldato, nei giorni scorsi hanno presentato un'istanza sollevando la questione di competenza. Questione sulla quale stanno lavorando i pm Fusco e Nocerino, che stanno preparando una memoria articolata per ribadire come, per il reato di aggiotaggio, la competenza sia della magistratura milanese.

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