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Dalle Cayman alle Barbados luoghi da sogno dove i ricchi non devono pagare nulla

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..e non soltanto terrestri. Tassazioni inferiori a quelle italiane e la mancanza di uno scambio reciproco di informazioni li rendono luoghi da sogno per chi decide di ovviare al pagamento dei tributi in Italia e sceglie, quindi, di portare i propri capitali all'estero. Nella lista nera del ministero dell'Economia e delle finanze rientrano ben 70 paesi. I parametri per stabilire quali sono dentro e quali fuori vengono stabiliti dal testo unico delle imposte sui redditi. Si considerano privilegiati «i regimi fiscali di Stati o territori, non appartenenti all'Unione europea, individuati con decreto del ministero dell'Economia, in ragione del livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia, ovvero della mancanza di un adeguato scambio di informazioni, ovvero di altri criteri equivalenti». Ma che cos'è esattamente un paradiso fiscale? È un paese dove la pressione fiscale è poco elevata e quindi c'è una ridotta imposizione. Sono ritenuti tax heaven i luoghi dove l'imposizione è inferiore al 30% rispetto al livello medio applicato in Italia. Per capire quanto incidano sull'economia dei paesi bisogna guardare i numeri. Secondo i dati dell'onlus Ares 2000 il giro d'affari è di circa 1.800 milioni di dollari Usa all'anno. Il 40% proviene da traffici di criminalità organizzata, il 45% da capitali di pianificazione fiscale e il 15% da capitali provenienti da corruzione o saccheggi. L'evasione fiscale nel mondo è pari a circa 292 milioni di dollari mentre il riciclaggio di denaro sporco arriva a 600 miliardi di dollari. In Italia secondo i rilevamenti della sezione antiriciclaggio dall'Ufficio italiano cambi, relativo al periodo 1997-1999, ogni mese circa 5 milioni di euro sono usciti dal mercato nazionale per entrare nel circuito off-shore. Il ministero dell'Economia ha cercato di far rientrare i capitali detenuti all'estero attraverso lo scudo fiscale. Grazie alla sua prima edizione sono rimpatriati circa 54 miliardi di euro. Mentre con la seconda, hanno fatto ritorno in Italia solo 18 miliardi di euro. Tuttavia, anche se nell'immaginario collettivo il paradiso fiscale viene associato a isole tropicali, la maggior parte dei capitali italiani è nascosto fra le montagne della Svizzera. In patria hanno fatto rientro, in un primo tempo, circa 31 miliardi di euro. Con lo scudo bis sono invece emersi, sempre dalla Svizzera, quasi 11 miliardi di euro. La regione che ha fatto registrare il maggior numero di operazioni è la Lombardia che ha totalizzato oltre il 50% delle operazioni. Quando il governo italiano lanciò la sanatoria i capitali che si stimava fossero all'estero erano 270 miliardi. All'appello quindi ne dovrebbero mancare circa 198 miliardi. È lunga la lista dei paesi che vengono considerati con un regime fiscale agevolato. Sono sparpagliati in tutto il mondo: si va dall'Asia agli Usa passando per l'Europa. Ecco di seguito la lista dei tax heaven: Alderney (Isole del Canale), Andorra, Antigua Antille Olandesi, Aruba, Bahamas, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Cipro, Filippine, Gibilterra, Gibuti (ex Afar e Issas), Grenada, Guatemala, Guernsey (Isole del Canale), Herm (Isole del Canale), Hong Kong, Isole di Man, Isole Cayman, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Turks e Caicos, Isole Vergini Britanniche, Isole Vergini Statunitensi, Jersey (Isole del Canale), Kiribati (ex Isole Gilbert), Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Maldive, Malesia, Montserrat, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Polinesia francese, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Sant'Elena, Sark (Isole del Canale), Seychelles, Singapore, Tonga, Tuvalu (ex Isole Ellice), Vanuatu. Ma tra i paesi della black list alcuni ne fanno parte solo parzialmente, vale a dire che il regime agevolato si applica, o non si applica, solo in alcuni casi. E quindi, di conseguenza, l'Italia ritiene illegali, o meno, alcune attività piuttosto che altre. Fra queste la Corea del Sud, il Costarica, il

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