Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di RODOLFO CALÒ BRUXELLES — La partita della Parmalat a Bruxelles si profila in almeno ...

default_image

  • a
  • a
  • a

È questo, con una metafora calcistica, il quadro aperto dalla notifica al commissario europeo, Mario Monti, del decreto-Marzano sull'amministrazione straordinaria del gruppo che controlla tra l'altro il Parma calcio. A gettare luce sulla partita in due tempi (ora il decreto che non dovrebbe creare problemi Ue, ma a breve il piano di ristrutturazione su cui non può già dirsi altrettanto) è stata una lettera che il ministro delle attività produttive Antonio Marzano ha scritto al Commissario europeo alla concorrenza per accompagnare la notifica formale del provvedimento. Il decreto, segnala il ministro, serve solo ad «attuare una semplificazione procedurale» e ad «accelerare» l'amministrazione straordinaria di tutte le grandi aziende in crisi e in questo aso di Parmalat. Insomma: una protezione dai creditori la quale, come sa chi conosce la normativa Ue sugli aiuti di stato, non rappresenta un problema se - come in effetti previsto - è limitata nel tempo (due anni) e non fa discriminazioni fra creditori pubblici e privati. Ed è quasi senza problemi soprattutto se non impegna risorse pubbliche, cosa che Marzano ribadisce nel suo scritto: «Nell'immediato non è stato e non è necessario prevedere misure di sostegno finanziario» all'attività del Commissario straordinario della Parmalat, Enrico Bondi. Per Parmalat pero non tutto risolto sembra a Bruxelles nell'arco di «pochi giorni, al massimo settimane». A gennaio finisce solo il cosiddetto «primo tempo». La ripresa, il secondo tempo, è un altro. Anche se l'esito dell'esame del decreto dovesse essere positivo come da più parti ci si sbilancia a prevedere senza aver fatto i conti con la «squadra» di casa (gli esperti del controllo degli aiuti di stato di Monti), è lo stesso Marzano infatti a ricordare a tutti l'esistenza di una sorta di «secondo tempo»: la ristrutturazione di Parmalat. Bondi, scrive il ministro, «si è impegnato a presentarmi, con largo anticipo sul termine di centottanta giorni previsto dal decreto-legge, il piano di ristrutturazione del gruppo». Marzano conclude la lettera impegnandosi a sua volta a tenere «tempestivamente al corrente» Monti su «successivi sviluppi». Quali siano questi sviluppi non è ancora dato sapere, ma è certo che verranno esaminati da Bruxelles alla luce della normativa europea sul controllo degli aiuti di Stato.

Dai blog