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Prodi si sente già in campagna elettorale

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Il centrodestra: accuse false. Tremonti: la prima gallina che canta è quella che ha fatto l'uovo

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La dura critica del presidente della Commissione Ue Romano Prodi al governo Berlusconi, accusato di aver «poco contribuito alla costruzione europea nel 2003» scatena l'ennesimo scontro tra i poli. Dalle colonne di «Repubblica», Prodi traccia un bilancio dell'anno trascorso e punta il dito su Palazzo Chigi. «Dare la colpa all'euro del disagio economico dell'Italia è una falsità», dice Prodi, ripetendo che «in Italia è mancato il più elementare controllo sulla dinamica dei prezzi. E, parlando delle prossime europee, si dice in dubbio sull'opportunità di candidarsi ribadendo che la decisione finale spetterà all'Ulivo. Immediata la reazione di Rocco Buttiglione. Il ministro delle Politiche comunitarie bolla come «sbagliati ed ingenerosi» i giudizi di Prodi ribadendo che nel percorso per la Costituzione europea «l'Italia non ha avuto fortuna». E va giù duro il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, secondo il quale «Prodi come minimo è uno sprovveduto e finge di non accorgersi dei rialzi dei prezzi che l'euro ha provocato in molti paesi europei». «La verità - sottolinea - è che il presidente della Comissione europea rappresenta la vecchia politica, quella polverosa che segue i percorsi dell'ipocrisia e della falsità, e si rivolge indispettito contro gli avversari che invece hanno il merito di parlare chiaro agli italiani». Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti respinge a sua volta le accuse al mittente. «Il candidato Prodi - dice - torna sul disastro dell' euro», ma la prima gallina che canta è quella che ha fatto l'uovo». E chiede: «Che fine ha fatto la proposta italiana di stampare la banconota da un euro come per il dollaro?». E, mentre il leghista Roberto Calderoli definisce «penose» le parole di Prodi, pesante è anche la reazione del segretario dell'Udc Marco Follini. «Riteniamo desolante - osserva - che, a poche ore dalla conclusione della presidenza italiana del semestre europeo, Prodi dia la croce addosso al governo. È evidente che le difficoltà che l'Europa ha attraversato in questi anni fanno parte di una crisi di portata molto più ampia. È evidente pure - prosegue Follini - che le parole di Prodi sembrano discendere più da calcoli politici italiani che da disegni europei. È evidente, infine, che la confusione fra i due ruoli non aiuta la chiarezza». Severa anche An: per il portavoce Mario Landolfi l' intervista di Prodi «è di fatto un'apertura della campagna elettorale anche se quello di candidato "in pectore" è un ruolo che mal si attaglia al Presidente della Commissione Ue». Per il capogruppo Azzurro al Senato Renato Schifani «questo Prodi sembra proprio dottor Jekyll e Mr.Hyde», per il ministro Enrico La Loggia egli è «indecoroso» e Alfredo Biondi sottolinea che «la meschinità politica» del Professore di Bologna «impoverisce il ruolo di Presidente della Commissione europea cui è pervenuto anche con il voto del governo italiano che egli non si perita a denigrare in ogni circostanza». Compatto, il centrosinistra si schiera a difesa del «padre» dell'Ulivo.

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