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di CARLO ANTINI LA Destra sociale alza la testa.

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Durante il dibattito hanno preso la parola Andrea Augello (nella foto a sinistra), Bruno Prestagiovanni, rispettivamente assessore al Bilancio e al Personale della Regione Lazio, e Stefano Cetica (nella foto a destra), segretario generale dell'Ugl. La Destra sociale di An lancia una nuova fase politica per discutere dei grandi temi nazionali. Alla vigilia dell'imminente verifica di governo, la base del partito chiede di affrontare i nodi cruciali della vita politica italiana: politiche per l'occupazione, riforma delle pensioni, fondi per Bambino Gesù e Roma Capitale, scelte di politica internazionale, contratto dei dipendenti del pubblico impiego, edilizia residenziale e scolastica. Tutto questo con il riconoscimento della propria identità culturale e storica, senza nostalgie ma con la ferma convinzione di voler recuperare il contatto con le istanze della popolazione. «Con l'incontro dell'Hilton - dichiara Augello - si è avviata una strategia complessiva per aprire un dibattito sui grandi temi nazionali. È necessario dare rappresentanza ad alcuni segmenti sociali e uscire dal sistema ingessato in cui versa la politica. Dobbiamo ricostruire un profilo intelligibile di Alleanza nazionale all'interno del Paese. Bisogna alzare la testa e aprire una discussione». Chiaro anche il riferimento ai valori della famiglia, solidarietà e assistenza ai ceti sociali più deboli. «Dobbiamo tornare a parlare al cuore della gente - ha detto Prestagiovanni -. La famiglia rappresenta un valore fondamentale nel nostro partito. C'è bisogno di discutere e di rappresentare valori all'interno delle istituzioni. È necessario ascoltare le esigenze dei cittadini e del territorio e confrontarsi sui temi reali. Solo così sarà possibile far crescere il nostro Paese: il metodo da seguire è quello della condivisione e dell'analisi». Continuo il richiamo al ruolo che Alleanza nazionale dovrà svolgere nella compagine governativa. «Vogliamo che An sia l'anima sociale del governo - conclude Cetica -. Le politiche del lavoro devono stare al centro della nostra attività. È possibile cambiare nel solco della tradizione per dare un futuro diverso al Paese».

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