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Bossi agita la secessione e attacca Fini «Le case vadano ai milanesi, no ai bingo-bongo». «Il Concilio Vaticano II è stato un disastro»

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Ma adesso, mentre la bufera soffia impetuosa altrove, nella coalizione, Umberto Bossi esce allo scoperto con il suo vocione e, parlando ai microfoni di Radio Padania Libera, tira colpi a destra e a manca. Minaccia il peggio se non passa il federalismo, attacca Fini leader. Se la prende poi con il Concilio Vaticano II, non dimenticando neppure di ruggire contro i «bingo-bongo», gli immigrati. SECESSIONE SENZA FEDERALISMO — Il ministro per le Riforme ha lanciato un duro avvertimento: «Se non passa il federalismo, il Nord ritorna alla secessione, ma quella dura, senza alcuna mediazione con lo Stato italiano». Bossi ha avvertito tutti i padani a «tenersi pronti» e a mobilitarsi in occasione delle prossime manifestazioni. «Scaldiamo la macchina perché ancora non è chiaro come andranno le cose. E se il tentativo generoso, democratico per il federalismo non va bene - ha detto il leader del Carroccio - allora andrà fatta una battaglia di liberazione». ELEZIONI PERSE CON FINI LEADER — «Non penso che una maggioranza con leader Fini possa vincere le elezioni» ha detto Umberto Bossi. Alla domanda se, con la svolta di questi giorni di Fini, An possa portare via voti a Forza Italia, ha replicato: «Non capisco perché chi vota Berlusconi che media dovrebbe votare per un partito centralista. Adesso dicono che è cambiato, che è buono, che ha ripudiato Mussolini. Ma il fascismo storico resiste. Per vincere è necessario l'accordo con la Lega, che rappresenta il Nord». Bossi ha insistito sulla possibile leadership di Gianfranco Fini: «Leggo queste cose un po' comiche. Per sostituire Berlusconi, per vincere devi avere l'accordo con la Lega. Se non c'è la Lega non c'è il cambiamento e se non c'è un bel po' di libertà la Lega non ti fa l'accordo politico insieme. La Lega rappresenta gli interessi della Padania e non solo quelli economici». UN PUNTO NERO IL POTERE ROMANO — «Stanno cercando di rimettere in pista un loro affare, una loro forza politica che, sotto mentite spoglie, faccia quello che faceva una volta la Dc: portare via i soldi al Nord e portarli al sistema centralista che poi li distribuisce ai suoi alleati, al Centro e al Sud». Così il segretario della Lega Nord ha descritto il «potere romano» e i movimenti politici di questi giorni anche nella CdL. UN DISASTRO IL CONCILIO VATICANO II — Un altro bersaglio del suo attacco a 360 gradi è stato il Concilio Vaticano II, «un disastro», perché ha fatto spostare la Chiesa verso la modernità, ha fatto abbandonare le tradizioni e ha fatto nascere legami «verso il comunismo». «La Chiesa - ha detto Bossi - ha legittimato la sinistra con i Paolo VI e i Giovanni XXIII. Il problema è che, se tu legittimi il comunismo, poi quello figlia. E che cosa odia il comunismo? La famiglia e la proprietà privata». Secondo Bossi, «una volta l'asse era famiglia-Chiesa-popolo. Per me che sono contro il Concilio Vaticano II la Chiesa ha fatto la prima mossa sbagliata: ha riconosciuto l'Illuminismo e ha buttato via i suoi dogmi e la sua tradizione. Quando la Chiesa è passata alla modernità, la società si è trovata senza freno. Non a caso oggi vediamo le Chiese vuote». NO AI BINGO-BONGO — Il ministro per le Riforme ha quindi criticato il prefetto di Milano, Bruno Ferrante, per la riunione convocata l'altro ieri con le istituzioni, gli imprenditori, i banchieri e il mondo del volontariato, al fine di offrire 4.000 case a poveri e immigrati. «Il prefetto di Milano sogna» ha detto Bossi, che non comprende per quale motivo si voglia intraprendere «un'operazione di pacificazione». «Capisco che da un punto di vista umanitario sarebbe bello aiutare tutti, ma non si può - ha dichiarato -. Se le case per gli immigrati le vogliono pagare i vari Moratti con altri imprenditori, vedremo. Ma noi, le colonie, a casa nostra, non le vogliamo. Lo Stato-nazione è già debole e gli immigrati costano quanto una Finanziaria». Il leader della Lega ha puntato quindi il dito contro le organizzazioni caritatevoli e gli imprenditori «che hanno vol

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