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Rai, dimissioni in blocco Ma Alberoni dice no

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L'Annunziata e Rumi lo ribadiscono, il consigliere Veneziani vuole proporre una dimissione «in blocco», all'indomani della firma di Ciampi sulla Gasparri, ma Alberoni e Petroni, invece, non ci stanno. Le dimissioni del consiglio Rai sono l'argomento del giorno mentre in Vigilanza con l'audizione-show dei vertici, si consuma una sorta di psicodramma sull'ormai logoro caso Raiot: c'è chi vuole che vada in onda subito e lo dice debolmente e chi teme di dover pagare di tasca propria (pure penalmente) per le esternazioni della Guzzanti e lo sostiene a spada tratta. Poi battute e battibecchi più esilaranti dello stesso Raiot e il dg Cattaneo che ridacchia pensando di assoldare i signori parlamentari per il prossimo programma di satira, al posto dei fratelli Guzzanti. Un vero happening, con coca-cole e chinotti per smorzare la temperatura tropicale. Il divertimento però finisce presto perché il tutto si conclude con un nulla di fatto: Petruccioli aggiorna la Vigilanza a martedì prossimo e l'Annunziata fa slittare il CdA. Non solo, ma tutti i tentativi di mediazione dell'Annunziata e di Petruccioli (testi visionati il venerdi e puntata registrata vista la mattina della domenica) e di Veneziani (visione preventiva di una sola puntata una settimana prima) falliscono perché i «duri e puri» della produzione di Raiot (che intanto girotondano tristemente fuori Palazzo San Macuto), rifiutano tutto. Per i difensori di Sabina, quindi, un buco nell'acqua. È invece sulle dimissioni del CdA che si accende la discussione. La presidente è pienamente d'accordo con Veneziani: «È la soluzione migliore e la più onesta», commenta, ribadendo la sua ferma volontà di rassegnare le dimissioni dopo la firma di Ciampi. «Una proposta molto interessante», la trova Giorgio Rumi. Diverso il parere di Alberoni, che afferma di volersi dimettere «solo quando ci sarà un nuovo consiglio». Petroni, che ieri ha fatto un intervento molto convincente sulla «responsabilità individuale, civile e penale» dei consiglieri sul caso Raiot, non lo dice ufficialmente ma la sua posizione è analoga. Il fermento del settimo piano mette in moto il totovertice, che comincia a girare. Si parla di nuovo di Gnudi presidente e di Leone direttore generale, ma è solo l'inizio. Di «Raiot» comunque il Cda Rai tornerà a parlare martedì. La presidente, fuori dall'aula, prima ricorda il caso Satyricon («che fece scalpore ma poi tornò in onda»), poi si sfoga contro Bonolis: «Non voglio essere ostaggio di Bonolis», dice. «Ho chiesto al dg se Bonolis ha il permesso di fare interviste. Mi ha risposto che ha un contratto particolare, per cui non deve pagare multe. Ora io ringrazio Bonolis, ma non posso trovarmelo su tutte le reti e non voglio essere suo ostaggio come di nessun altro». In sintesi una giornata positiva soprattutto per Cattaneo, che si è divertito come un pazzo, ha incassato anche i complimenti del centrosinistra per la gestione aziendale e non è stato contestato per il comportamento «legalistico» su Raiot.

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