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Berlusconi minacciato di morte 37 volte

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Il premier: «L'Unità è l'esempio della campagna di odio contro di me». Esplode la polemica

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Nel libro di Bruno Vespa «Il Cavaliere e il Professore» il premier dice fra l'altro al giornalista che basta sfogliare un giorno qualsiasi quel quotidiano «per capire quanto sia alta la carica di odio personale nei miei confronti» e che «quest'odio verbale ha già prodotto nell'ultimo anno 37 minacce di morte» verso di lui. Il direttore del giornale Furio Colombo scrive che si tratta di «una pesante intimidazione contro un giornale libero», il corpo redazionale del quotidiano reagisce a sua volta, i capigruppo Ds alla Camera e al Senato Violante e Angius parlano di «intollerabile intimidazione», la polemica e il botta-e-risposta fra le parti politiche crescono. Le minacce di morte ricevute sono rivelate da Berlusconi così. «Per capire quanto sia alta la carica di odio personale nei miei confronti basta sfogliare un giorno qualsiasi "l'Unità", quotidiano che fa capo ai gruppi parlamentari dei Ds. Lì sono rappresentate le viscere vere del partito. Quest'odio verbale ha prodotto nell'ultimo anno 37 minacce di morte nei miei confronti. Contro la mia volontà, i responsabili della sicurezza hanno deciso di aumentare la mia protezione. Certe volte - conclude Berlusconi - mi sembra di essere un prigioniero». Fra le reazioni da sinistra, quelle di Angius e Violante secondo i quali il premier si scaglia «con una violenza inaudita contro l'Unità, usando un' intollerabile forma di intimidazione nei confronti di un giornale libero che dà voce alle espressioni di critica crescenti contro il governo e la sua maggioranza». Controreplica Fabrizio Cicchitto, Vice coordinatore di Forza Italia: in discussione, osserva, «non c'è certamente la libertà di stampa, che in Italia è totale, ma il ruolo inquietante svolto da un giornale specializzatosi nell'insulto, nell'intimidazione, nella minaccia agli avversari politici, un giornale che com'è noto arriva anche a rendere pubblici gli indirizzi privati delle persone a cui la sua direzione intende rendere la vita difficile da ogni punto di vista. È inevitabile - prosegue Cicchitto - che ogni persona per bene reagisca a questo esercizio incivile e pericoloso del giornalismo. È ovvio che questa polemica non ha nulla a che vedere con la libertà di stampa, come Angius e Violante cercano di far credere». Il libro di Vespa raccoglie una ampia serie di dichiarazioni di Berlusconi. Fra queste, che la «disinformazione corrente» dei media e dell'opposizione mirano a delegittimare l'avversario sono le grandi anomalie che caratterizzano l'Italia, oltre alla giustizia politicizzata. Il premier quindi conferma che non ha intenzione di dimettersi, nel caso fosse condannato nel processo Sme, e dichiara di non ritenere «probabile una decisione negativa della Corte Costituzionale» sul Lodo Maccanico. Inoltre, punta il dito su un alleato della Cdl che ha «frenato» la riforma della giustizia.

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