Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Aznar: Spagna sempre al fianco dell'Italia

default_image

  • a
  • a
  • a

Dopo il telegramma di cordoglio inviato dal primo ministro, Josè Maria Aznar, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (i due si sono sentiti telefonicamente nella serata di ieri), il governo spagnolo ha fatto sapere di confermare la sua presenza in Iraq. L'attentato contro i carabinieri, ha detto il portavoce del Ministero degli esteri, «non cambierà l' impegno della Spagna con la stabilizzazione dell' Iraq, perchè significherebbe piegarsi ai terroristi». Nel telegramma di cordoglio a Berlusconi, Aznar ha espresso la sua «condanna più energica per il selvaggio attentato». «Vorrei rendere un omaggio ai caduti, i quali condividevano, con le truppe spagnole, gli sforzi nella nobile missione di collaborare con il popolo iracheno nella stabilizzazione e ricostruzione dell' Iraq», ha affermato Aznar, che ha offerto all' Italia aiuto «nella lotta contro il terrorismo, in Iraq o in qualsiasi parte del mondo». «La missione per la quale hanno dato la loro vita i soldati italiani sarà completata con successo e i terroristi saranno sconfitti», ha concluso Aznar. Al ministro degli Esteri, Franco Frattini, è giunta una telefonata della collega spagnola, Ana Palacio, che ha espresso «profondo cordoglio e solidarietà». Palacio si trova in Argentina in visita ufficiale assieme ai reali, Juan Carlos e Sofia. Il dopoguerra in Iraq è costato la vita a due militari spagnoli. Il capitano Manuel Martì-Oar Fernandez è rimasto ucciso nell'attentato del 20 di agosto contro la sede dell'Onu. Josè Antonio Bernal Gomez, ufficiale dell' intelligence spagnolo presso l'ambasciata della capitale irachena, è stato assassinato da sconosciuti il 9 ottobre, a pochi metri dalla sua abitazione. Il governo spagnolo ha deciso, la settimana scorsa, il ritiro temporaneo del personale dell'ambasciata, di cui si sta trasferendo la sede in un posto più sicuro. Alla missione spagnola, chiamata «Plus Ultra», partecipano 1.300 militari, ai quali si sono aggiunti altri mille soldati delle forze armate dell' Honduras, del Salvador, della Repubblica Dominicana e del Nicaragua.

Dai blog