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Ricercatori pronti a«fuggire» all'estero

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Fanno parte dei ricercatori che, a causa del blocco delle assunzioni, non hanno ancora un ruolo né uno stipendio. «Siamo ormai diventati 1.700 e si è ormai creata una situazione insostenibile che costringerà molti di noi ad andare all'estero», ha detto il portavoce dei ricercatori vincitori di concorso ma disoccupati, Lapo Casetti, intervenuto all'incontro dei Ds sul blocco delle assunzioni. «Chi da un anno, chi da due, ognuno di noi si trova in grandissima difficoltà a causa del blocco delle assunzioni, che potrebbe essere reiterato il prossimo anno», ha aggiunto. «Ognuno di noi ha ricevuto offerte di lavoro da istituzioni straniere, nell'incontro di venerdì minacceremo la fuga», hanno detto a margine dell'incontro Angelo Leopardi, ingegnere dell'università di Cassino e Roberta Sestini, ingegnere dell'università La Sapienza. I 1.700 ricercatori senza ruolo hanno quindi pensato a riallacciare i contatti con università e laboratori esteri nei quali si sono formati e dove le offerte economiche prevedono redditi netti compresi fra 2.000 e 3.000 euro al mese: almeno il doppio rispetto ai 1.059 euro medi di un ricercatore italiano.

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