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A metà novembre le prime risposte degli istituti di credito Il partito non pagherà un euro Lo salverà un cavaliere bianco

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Inaccettabile. Si premiano solo i furbi. Favorisce illegalità ed evasione. Un abuso. No, ai Ds di Piero Fassino non sono mai piaciuti i condoni. Fiscali, previdenziali, edilizi. Urla e strepiti. Girotondi in piazza contro quel Giulio Tremonti che strizza l'occhio a gente di malaffare che con i condoni ci campa. Morale. Utile. Accettabile. Si premia la povera gente. Favorisce la legalità e l'emersione. Un atto di giustizia. Sì, dietro le quinte il condono piace ai Democratici di sinistra di Piero Fassino. Soprattutto se a beneficiarne sono loro. Solo loro. Perchè mentre in parlamento si innalzavano le barricate sui condoni del centrodestra, al Botteghino andava in scena un altro film. Da Fassino & c partiva una lettera destinata alle pazienti banche che dal 1996 ad oggi hanno sostenuto, perdonato, allungato i tempi di un drammone quasi insostenibile: quello dei debiti del vecchio pci, poi pds, ora Ds. Una lettera sostanziosa, il cui contenuto viene rivelato oggi sul quotidiano MF dal più celebre giornalista esperto di finanza e di banche, Rosario Dimito. Un appello dove si chiede al gruppo di banche creditrici di condonare la metà dei debiti: 44 milioni di euro. Secondo la ricostruzione fatta dal quotidiano finanziario infatti i vertici dei Ds e della loro società controllata, quella Beta immobiliare da poco messa in liquidazione, hanno chiesto alle banche uno sconto del 50% sugli 88,03 milioni di euro del debito rimasto da saldare. Preannunciando di non essere in grado di restituire direttamente nemmeno la parte di debiti rimanenti. I 44 milioni di euro da saldare dopo il maxi-sconto verrebbero accollati da un soggetto terzo che dovrebbe ottenere il gradimento (come debitore) da parte delle banche creditrici. Secondo alcune indiscrezioni circolate nelle ultime settimane questo soggetto potrebbe essere la Tosinvest della famiglia Angelucci, garantita in questo caso da alcuni cespiti della Beta immobiliare, ma non c'è conferma diretta dell'operazione. Secondo MF la richiesta Ds-Beta immobiliare sarebbe stata recapitata in questi giorni dalla Cassa di risparmio di Bologna (Carisbo), banca-capofila dei due finanziamenti già oggetto di precedente ristrutturazione, all'attenzione degli altri istituti di credito che attendevano la restituzione dei finanziamenti elargiti ai Ds e alle società controllate. Si tratta del Monte dei Paschi di Siena, della Banca di Roma e di Banca Intesa (posizione ex Ambroveneto) che si sono riservati di dare una risposta. Per fornire la risposta alla pressante richiesta di condono Carisbo, che fa parte del gruppo San Paolo Imi, terrà il suo consiglio di amministrazione venerdì 14 novembre; il giorno prima è in calendario quello del Monte die Paschi; martedì 11 quello di Banca Intesa. Anche se non c'è ancora una delibera formale di accettazione, comunque, l'orientamento degli istituti è più favorevole rispetto alla proposta consegnata qualche settimana prima dai Ds, che già aveva fatto correre alle banche qualche rigolo di sudore freddo. In quel caso i manager di Fassino avevano chiesto alle banche di concedere un saldo condonando il 60% dei debiti da onorare. Secondo quella richiesta la Beta immobiliare, la società varata nove anni fa dove furono concentrati debiti e patrimondio immobiliare (sedi e sezioni) del Pci e del Pds e per favorire la liquidazione e il salvataggio de l'Unità avrebbe pagato in tutto solo 35,2 milioni di euro sugli 88 dovuti. Bene il condono, ma anche per le sagge banche (che sanno di potere incassare davvero poco di quel credito) quello sconto era troppo alto. Il nuovo piano rivelato oggi da MF è stato preparato dal gruppo Unipol e prevede che un soggetto terzo, gradito alle banche ed evidentemente dell'area dal partito di Fassino, acquisisca il credito da Beta e, contestualmente, paghi alle banche creditrici 44 milioni di euro a saldo degli 88 dovuti. Appunto, con la metà del debito condonato.

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