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Sciopero contro una riforma che ancora non c'è Oggi il black out dell'informazione radio-Tv. In settimana pronta l'agenda delle nuove manifestazioni

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I tre segretari confederali parteciperanno a comizi e manifestazioni a Bologna, Roma e Napoli dove i tre cortei saranno rispettivamente guidati da Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti. Scuole, uffici pubblici e banche chiusi tutto il giorno mentre i trasporti si fermeranno con orari diversi per quattro ore e altri settori avranno modalità diverse. Oggi ci sarà il black-out totale dell'informazione radio-televisiva. Allo sciopero al fianco dei sindacati ci saranno anche le associazioni dei consumatori. Le bandiere di Forza Italia marceranno invece in una sorta di contro-manifestazione a Milano e a spiegare la decisione di contestare direttamente lo sciopero è stata la vice presidente dei deputati di Forza Italia, Isabella Bertolini (nella foto): «L'accanimento con cui il fronte sindacale continua ad opporsi ad ogni progetto di riforma, conferma la strumentalità di chi, da mesi, ha orchestrato una battaglia ideologica e pregiudiziale contro il Governo Berlusconi. È ridicolo vedere agitare la bandiera dei diritti dei lavoratori da chi ha negato ogni dialogo costruttivo e porta avanti un inutile gioco al massacro». Chi invece continua ad agitare il ramoscello d'Ulivo è il ministro del Welfare Roberto Maroni che si augura sia possibile riaprire un confronto. Ipotesi respinta all'unanimità dai sindacati che anche ieri hanno ribadito che l'unica scelta possibile per il Governo è il ritiro della proposta. In caso contrario lo sciopero di domani sarà solo l'inizio di un percorso di lotta che potrebbe proseguire nei prossimi mesi con nuovi scioperi. Già la prossima settimana potrebbe essere messa a punto l'agenda dei prossimi appuntamenti. Ma il sottosegretario al Welfare Pasquale Viespoli ribadisce l'apertura dell'esecutivo al confronto con i sindacati, ricordando come il rinvio della presentazione dell'emendamento rappresenti «un segnale per tentare di recuperare un dialogo che è necessario sul tema previdenziale». Ai sindacati che chiedono al Governo di ritirare la riforma, Viespoli replica: «La delega sulle pensioni è in discussione da più di un anno, l'emendamento non è stato ancora presentato e lo sarà solo dopo lo sciopero generale. Dunque cosa significa ritirare il provvedimento?». Lo sciopero generale sulle pensioni? «Sbagliato ma comprensibile» per il senatore Ds Franco Debenedetti. «Inutile, e non lo subiremo» dice il direttore de Il Riformista Antonio Polito. «Giustificato, ma la sinistra deve avanzare una sua proposta di riforma» afferma, a sua volta il deputato ds e consigliere di Massimo D'Alema, Nicola Rossi. «Giusta protesta contro l¹atteggiamento tenuto dal governo, ma nel merito, i fatti danno torto ai sindacati» sostiene il membro della direzione dei Ds, Michele Magno. La sinistra riformista si confronta con lo sciopero del 24 ottobre e scopre che, alla fine, il dialogo sarebbe più utile della guerra. «Un'ulteriore riforma delle pensioni dopo la Dini e la Prodi è sicuramente necessaria, soprattutto per quanto riguarda l'innalzamento dell'età pensionabile. Ma il merito della riforma Tremonti lo valuterò quando il governo ce la farà conoscere nei dettagli», dice Franco Debenedetti. Che ha chiara una cosa: «I sindacati scioperano contro una norma solo annunciata e non presentata. Non è una riforma ma un annuncio di riforma che sarà a carico di chi governerà nel 2008, quindi di chi vincerà le elezioni nel 2006. Ora, dato che è possibile che saremo noi, abbiamo un ulteriore titolo a discuterne».

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