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Prezzi bloccati, non ridotti

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«Se il governo si impegna a sgravare da tutte le tasse la tredicesima e a bloccare, insieme con gli enti locali, tutti gli aumenti delle tariffe - ha spiegato ieri il presidente della Confcommercio, Sergio Billè - noi proveremo a trovare un accordo con la produzione per tenere fermi prezzi e listini almeno fino al 28 febbraio». Una proposta che a giudizio del presidente dei commercianti potrebbe servire a uscire «da una situazione davvero kafkiana». La proposta a giudizio di Billè non avrebbe neanche controindicazioni di carattere fiscale, come caduta del gettito. Al suo fianco Confcommercio si è trovata anche gli agricoltori di Coldiretti. «Anche questa volta - ha spiegato il presidente Paolo Bedoni - siamo pronti al dialogo per garantire il contenimento dei prezzi». A questo proposito gli oltre 350 supermercati e iperstore «Gs» in tutta Italia lanciano la loro sfida, bloccando i prezzi (già ribassati) della maggioranza dei prodotti di marca a largo consumo per tutto il 2004. Ma per le associazioni dei consumatori la proposta di Billè e da respingere al mittente. «I prezzi al dettaglio vanno ridotti, non bloccati - ha replicato l'Intesa dei consumatori - e la detassazione della tredicesima arrecherebbe un danno alla collettività». Sulla stessa linea dell'Intesa sono i Consumatori indipendenti che chiedono a Confcommercio una riduzione del 5-10% del prezzo dei prodotti. «Senza sollevare in alcun modo dalle loro responsabilità gli altri attori del mercato, la proposta di Confcommercio prosegue sulla falsariga dei vari bollino blu, «menù amico», etc., tutte iniziative fallimentari perchè non migliorative delle condizioni dei consumatori. Prima di chiedere la piena disponibilità della tredicesima degli italiani, Billè farebbe meglio a spiegare loro come sia stato possibile che dal settembre 2001 ad oggi gli ortaggi siano aumentati del 23.5% e la frutta del 15.4%, cioè più che nei 6 anni precedenti» P.T.

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