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Spesa sanitaria alla base dei problemi delle Regioni

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I rilievi della Conferenza delle Regioni, raccolti in un corposo documento di 15 pagine, riguardano sia l'impostazione complessiva del provvedimento che la «insostenibilità finanziaria» che la manovra determina per le Regioni. Fra le questioni fondamentale è quella che riguarda la spesa pensionistica. La prima è la copertura degli oneri di assistenza sanitaria per gli immigrati regolarizzati. Le Regioni osservano che con la legge Bossi-Fini le loro casse sono state gravate dei conseguenti oneri senza risorse aggiuntive. Inoltre il fabbisogno sanitario nazionale sarebbe sottostimato. Il tavolo di monitoraggio sui Lea (livelli essenziali di assistenza) ha evidenziato un disavanzo di 3,9 miliardi. Per questa ragione, chiedono di verificarne le congruità sulla base dei lavori dei tavoli di monitoraggio e verifica sui LEA effettivamente erogati e sulla corrispondenza ai volumi di spesa stimati. Per il 2004 le Regioni segnalano una sottostima di circa 5 miliardi di euro. »La situazione - prosegue il documento - è resa ancor più grave dal fatto che alle Regioni è stata bloccata la possibilità di utilizzare le leve fiscali (IRAP e addizionali Irpef) per fare fronte alle responsabilità che l'Accordo dell'8 agosto 2001 ripartiva tra Stato e Regioni. Si chiede poi l'adeguamento delle risorse di cassa per il fabbisogno sanitario. Le Regioni, in attuazione dell'accordo dell'8 agosto 2001, concordano sul fatto che i tavoli di monitoraggio sugli adempimenti della spesa sanitaria debbano costituire la premessa per l'erogazione a saldo delle risorse, tuttavia l'attuale applicazione di questo meccanismo determina una dilazione nei tempi di erogazione delle risorse (per il 2002 restano scoperti 7,8 miliardi e per i primi 10 mesi del 2003 risultano scoperti circa 4 miliardi di euro) insostenibile per le casse regionali e tale da mettere in crisi il sistema delle piccole e medie imprese del settore. Occorre quindi modificare in via legislativa le procedure e l'ammontare delle somme anticipate. Fondamentale poi è assicurare la continuità nel trasferimento di risorse per il decentramento amministrativo: nel 2004 rischia di aprirsi un vuoto legislativo che impedirebbe di garantire e assicurare la continuità di detti trasferimenti in quanto la legge finanziaria 2003 ne differiva la proroga al 1/o gennaio 2004, ritenendo che nel 2003 gli stessi potessero confluire nel meccanismo del dlgs. 56/2000. Poiché tale convergenza ormai pare non realizzabile, occorre nella legge finanziaria 2004 una norma che differisca il regime dei trasferimenti, quanto meno, al primo gennaio 2005. Infine, esclusione degli oneri aggiuntivi del contratto del personale regionale per il biennio 2002-2003 dal Patto di Stabilità Interno. Le Regioni, come già previsto per gli Enti locali, chiedono l'esclusione di tali oneri. Pur dando atto che il d.d.l. finanziaria 2004 ha accolto 3 richieste che le Regioni avevano avanzato nei precedenti anni (IVA trasporto, esternalizzazione dei servizi da parte delle aziende sanitarie, e, in misura fortemente parziale, gli oneri per il contratto per il comparto sanitario biennio 2002-2003), tuttavia rilevano che l'impostazione della manovra non sblocca lo stato di stallo in cui versa l'attuazione del federalismo fiscale.

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