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di STEFANIA MORDEGLIA GIORNATA ad alta tensione per la manovra economica.

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Le Regioni amministrate dalle sinistre hanno manifestato l'intenzione di far «saltare» i conti della Finanziaria, ostacolando il condono nei loro territori. Meno drastica la posizione delle Regioni amministrate dalla Cdl, che comunque hanno trovato da ridire sui conti. In commissione Bilancio al Senato ha preso la parola il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, precisando come quello dell'insostenibilità «non sia un termine scelto a caso», ma una «valutazione contabile» che può essere quantificata in circa 20 miliardi di euro, dei quali «1,25 per le prestazioni sanitarie agli extracomunitari regolarizzati, 5 per la sottostima del fabbisogno e 14 miliardi di euro di debiti pregressi sempre in ambito sanitario». «Questi 14 miliardi - ha spiegato - potrebbero però anche essere dilazionati nel tempo, nel quadro di un accordo complessivo». Le preoccupazioni aumentano se si considera che la Finanziaria, ha aggiunto, «è fatta quasi totalmente per decreto». Anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, ha ribadito che il documento dei governatori, redatto all'unanimità, presenta un «unico elemento di differenziazione, l'approccio al condono edilizio». Pronta la replica dell'esecutivo al muro eretto dalle Regioni. Le richieste avanzate «non sono in linea con gli accordi presi». Per il governo è stato il sottosegretario all'Economia, Giuseppe Vegas, a bacchettare i governatori regionali. «Siamo adempienti e in linea con gli accordi sottoscritti anche da loro unanimemente - ha dichiarato - e non ci sono motivi per cambiarli». Per quanto riguarda il federalismo, Vegas ha detto che «deve essere a costo zero». Per Ivo Tarolli, relatore del decreto legge che accompagna la Finanziaria, la richiesta avanzata dalle Regioni di fronte alla commissione Bilancio «è infondata». Infatti, ha dichiarato, i governi regionali «hanno avuto a disposizione negli ultimi due anni un budget superiore al 6% del Pil. Hanno una montagna di soldi e devono imparare a gestirli». Nell'incontro con Berlusconi a Palazzo Chigi i governatori hanno presentato le loro richieste per la Finanziaria, bocciata come «insostenibile» soprattutto per i tagli alla sanità. L'incontro governo-Regioni ha risentito del clima di scontro in atto nel centrodestra. «Sono a disagio» ha detto il governatore del Lazio di An, Francesco Storace, rivolgendosi a Bossi, che era seduto di fronte a lui, «perché sono davanti a un ministro che giornalmente insulta la mia città». Il leader leghista, secondo quanto ha raccontato Storace, avrebbe risposto «con un grugnito». Storace, quando è stato aperto l'altro capitolo all'ordine del giorno, le riforme istituzionali, ha chiesto a Berlusconi chiarimenti sulla richiesta leghista di trasferire a Milano la capitale. Il premier ha escluso emendamenti su questo punto perché «Roma è e resterà la capitale d'Italia, è scritto nella storia e rappresenta l'unità d'Italia». La risposta ha fatto felice Storace.

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