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Nel cuore della notte il premier chiama l'Ansa per una smentita

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Sono le due e trenta del mattino. Da poco ha lasciato Via del Plebiscito Paolo Bonaiuti, il suo portavoce che tiene i contatti con giornali ed agenzie. Così, avendo subito compreso che quelle frasi avrebbero potuto alimentare nuove tensioni ed incomprensioni nella maggioranza alza il telefono e chiama direttamente il centralino dell'Ansa. «Vorrei dettare una dichiarazione, sono Silvio Berlusconi». Il centralinista, un pò spiazzato, gli passa l'ufficio dimafoni dove i cronisti dell'Ansa dettano i loro pezzi e dove vengono raccolte dichiarazioni e comunicati. «Sono Berlusconi», ripete, «dovrei dettare una dichiarazione». Il dimafonista non fa una piega e seguendo gli automatismi del mestiere gli chiede, come avviene quando sono i giornalisti a dettare i pezzi, il titolo da mettere in testa. A questo punto è il premier a restare un pò spiazzato, forse perchè pensava di parlare con un giornalista che si sarebbe occupato di tutto, titolo compreso. «...Non so, devo fare una smentita, una dichiarazione», dice e poi comincia ad elencare i passaggi relativi a Gianfranco Fini, Alleanza Nazionale e Rocco Buttiglione:«Assolutamente, inventate», detta lapidario. Conclusa la breve telefonata il dimafonista allerta la redazione notturna ed affiora il timore che possa essere uno scherzo: vengono quindi fatte le verifiche necessarie ed appurata l'autenticità della voce la smentita viene trasmessa: sono le due e cinquanta.

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