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Come silurarono i vertici Stet contrari all'intesa

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L'accelerazione per l'acquisto di TS avviene tra la fine del 1996 e il 1997, quando all'interno di Telecom-Stet avviene un giro di vite che non mancherà di lasciare strascichi polemici contro Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi. Il 21 novembre del 1996, il Governo Prodi approva un decreto legge con cui trasferisce la Stet dall'Iri al ministero del Tesoro (ministro Ciampi - direttore generale Mario Draghi). Poche settimane dopo Tommaso Tommasi di Vignano (fino ad allora direttore generale di Telecom) viene nominato amministratore delegato della Stet al posto di Ernesto Pascale; mentre Guido Rossi è nominato Presidente della Stet al posto di Biagio Agnes. Il 30 gennaio il consiglio di amministrazione di Telecom Italia avvia, secondo le indicazioni del ministro, le procedure di fusione tramite incorporazione nella Stet di TI. La fusione diventa operativa il 1 maggio del 1997. Alla vigilia dell'acquisto del 29% di TS Ernesto Pascale era tenuto all'oscuro della trattattiva e alla domanda se sapesse qualcosa ha sempre risposto a Il Giornale del 18 giugno del 2001: «Assolutamente no. Mai un progetto concreto, qualcosa di più di un ipotesi, giunse sul tavolo decisionale della Stet». Era vero? Nei verbali del Cda di TI del 18 marzo del 1996 invece è scritto «di dare l'assenso al progetto di costituzione in Serbia di una società con lo stesso governo serbo». Questo Pascale non lo ricorda e quando fu esonerato nel gennaio del 1997 «chiedendo le mie dimissioni, mi presentai al Tesoro (a Ciampi, nda) solo con un pezzo di carta sul quale avevo scritto i risultati conseguiti in 14 anni di direzione di aziende pubbliche: Tutte vantavano enormi attivi». Ma chi volle questo ricambio e perché? Lo rivelò allora il direttore generale del tesoro Mario Draghi a Biagio Agnes dopo il colloquio sulle sue dimissioni al Tesoro. In base a quanto afferma Agnes a Panorama il 10 aprile del 2003, Draghi disse: «Lei è amico di Prodi? Perché è lui che vuole il vostro licenziamento. Chi glielo fa fare di resistere? Lei ha famiglia». E Agnes si dimise. Ma alla base del contrasto c'era la politica delle privatizzazione di Telecom. Prodi aveva una strategia che poi si è rivelata un errore come spiegò poi lo stesso Agnes (la Repubblica del 23 febbraio 1999, «Si pagano gli errori di Ciampi e Prodi»). Agnes rivela che quando c'era lui «di TS non si parlo mai ufficialmente. Quando qualcosa si è detto che mi dichiarai sempre contrario». In merito alla consapevolezza dei politici di allora Agnes dice chiaramente: «In base alla mia esperienza di acquisizioni all'estero non posso pensare che i tre (Prodi, Dini e Ciampi, nda) non sapessero». Della stessa opinione è Ernesto Pascale: «Esisteva una procedura che non consentiva al Governo di non sapere, e che lo metteva in condizione di esprimere una decisione per noi vincolante».

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