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Vacanze finite, tornano le liti nella Cdl Stop di An sui dazi anti-Cina proposti da Bossi. Preoccupazione dell'Udc sulle riforme, Fi: rispettiamo i tempi

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E c'è la tensione per le riforme che non vanno. Sullo sfondo ci sono altri due scogli che potrebbero diventare insormontabili: l'economia con la prossima Finanziaria e la giustizia con la commissione Bondi che potrebbe partire nel prossimo autunno. Insomma, non si respira una grande aria nella maggioranza e il clima, dopo la pausa ferragostana, sembra tornare afoso, torrido, una vera canicola come nelle metropoli italiane. Dazi. L'idea di Bossi di imporre dazi doganali per frenare l'invasione di prodotti che giungono dalla Cina incontra lo stop di Alleanza nazionale. Afferma infatti il viceministro al Commercio estero, il finiano Adolfo Urso: «La politica commerciale realizzata in Italia in ogni consesso europeo e internazionale non è assolutamente quella evocata da Bossi ma quella definita dal programma di governo ed approvata dal Parlamento e ad essa noi ci atteniamo». E il presidente del Lazio Francesco Storace avverte: «Le sortite del leader della Lega rischiano di essere incommentabili, spero che Fini e An chiariscano i rapporti nell'alleanza». Sandro Bondi ritiene invece che «la proposta di Bossi non vada demonizzata prima di conoscerla meglio, nel dettaglio». Il portavoce di Forza Italia fa presente che «esistono già delle barriere doganali dell'Europa nei confronti di altri continenti». Ma arriva anche l'altolà europeo. Il commissario Ue all'Agricoltura Franz Fischler ricorda che «ogni Stato deve rispettare le regole dell'Organizzazione mondiale del Commercio. Se non le rispetta rischia un processo, rischia di perderlo e di vedersi imposte delle sanzioni da parte degli altri Paesi». Dall'opposizione Bersani (Ds) dichiara: Bossi parla per conto di Tremonti. Riforme. Dai dazi al federalismo il passo è breve. Il capogruppo al Senato dell'Udc, Francesco D'Onofrio, uno dei «saggi» della Cdl che tra qualche giorno si riuniranno per fare un primo punto sulle riforme da fare, mette le mani avanti ed avverte la Lega che «bisogna vedere» se le riforme di cui si parla siano veramente utili per la competitività mondiale del sistema produttivo e per l'integrazione europea. Perciò D'Onofrio dice di andare all'incontro dei «saggi» «con preoccupazione» ma nello stesso tempo «con speranza». Si spinge oltre il vicepresidente del Senato Domenico Fisichella (An): «Le priorità sono sull'economia, il cantiere delle riforme istituzionali può attendere». Forza Italia prende le distanze e Antonio Pastore, un altro dei saggi Cdl per le riforme, spiega che «le riforme saranno varate nei tempi annunciati da Bossi». Arriva subito la replica della Lega: Fisichella ha «nostalgia» dell'Italia statalista e dell'epoca del «tutto al centro», dice il senatore Ettore Pirovano. Tanto che D'Onofrio è costretto a intervenire di nuovo per dire che a breve ci sarà il vertice della maggioranza per sancire «una visione comune». Il Carroccio apprezza e si corregge. Il leghista Roberto Calderoli, sottolinea infatti che «è il momento di dare un colpo d'ala in direzione delle riforme». Ed avverte che se l'annunciata disponibilità degli alleati sarà confermata dai fatti, gli inviti alla coesione avanzati da esponenti della Cdl «troveranno in noi gli alleati più fedeli». Bicamerale. A confondere ancora di più le acque nella maggioranza ci pensa Agazio Loiero (Udeur) che propone di istituire una commissione bicamerale per le riforme. Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Donato Bruno (Fi) replica: «Siamo pronti a dialogare con l'opposizione».

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