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Telekom Serbia, Marini estradato in Italia

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Arrestato l'8 maggio, è sospettato di riciclaggio di denaro, truffa e falsificazione di documenti

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È partito ieri sera da Domodossola poco dopo le 19 alla volta di Torino Igor Marini, il promotore finanziario che nei mesi scorsi aveva accusato alcuni politici italiani di essere coinvolti nel giro di tangenti. Marini è stato consegnato in mattinata al posto di confine di Iselle di Trasquera, in Val d'Ossola. È stato preso in consegna dagli agenti della Polizia di frontiera di Domodossola, che lo hanno quindi consegnato alle Fiamme Gialle e portato negli uffici della caserma «Urli». In serata è arrivato nel carcere di Torino. Marini dovrebbe essere interrogato oggi pomeriggio dal gip Gianfrotta, il magistrato che ha firmato l'ordine di custodia cautelare per lui, per l'avvocato romano Fabrizio Paoletti e per due faccendieri serbi nell'inchiesta su un tentativo di truffa portato avanti sulla vendita di titoli esteri fasulli. L'audizione dovrebbe svolgersi nel carcere delle Vallette. Marini ha rivelato l'esistenza di una presunta tangente da 450 miliardi di vecchie lire destinata a politici italiani nell'ambito dell'affaire Telekom Serbia. Arrestato l'8 maggio in Svizzera, il finanziere nei giorni scorsi è stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare, emesso dalla magistratura torinese anche nei confronti dell'avvocato Fabrizio Paoletti e di altre due persone, per associazione a delinquere finalizzata a truffe internazionali. Due giorni fa, ha fatto sapere il ministero pubblico della Confederazione, Marini è stato sentito e ha dichiarato di acconsentire all'estradizione. Detenuto dall'8 maggio a titolo preventivo in Svizzera nell'ambito di una procedura d'indagine condotta dal ministero pubblico della Confederazione, Marini è sospettato di riciclaggio di denaro, truffa e falsità in documenti, poichè, in compagnia di altri cinque cittadini italiani, si era recato presso l'Ufficio fallimenti di Lugano per prendere visione di documenti che avrebbero potuto rivestire importanza per l'inchiesta parlamentare sul noto caso di presunta corruzione ribattezzato «Telekom Serbia». La polizia cantonale ticinese e il ministero pubblico dello stesso Cantone hanno chiesto l'intervento del ministero pubblico della Confederazione, che ha aperto un procedimento, nel frattempo abbandonato, nei confronti dei sei cittadini italiani, sospettati di aver compiuto senza autorizzazione atti per conto di uno Stato estero. Nel corso dell'interrogatorio Marini ha accusato vari personaggi influenti di essere coinvolti nel caso di corruzione Telekom Serbia. In relazione al rientro di Marini il deputato di Alleanza nazionale, Agostino Ghiglia, in un'interrogazione rivolta ai ministri dell'Interno e della Giustizia, Pisanu e Castelli, ha chiesto che a Igor Marini «sia assicurata una protezione particolare». Intanto, Carlo Taormina, penalista e deputato di FI, membro della commissione Telekom Serbia, sostiene che «l'estradizione di Igor Martini deve costituire una svolta, che da tempo auspico nell'ambiguità dell'operato della commissione bicamerale, in ordine all'accertamento delle responsabilità di una colossale dissipazione di denaro pubblico per il sostegno della politica della fine degli anni Novanta». Anche per Giuseppe Consolo, della direzione nazionale di An e capogruppo nella commissione d'inchiesta che indaga sull'affaire Telekom Serbia «il ritorno di Igor Marini in Italia costituirà senz'altro un elemento assai importante per l'accertamento dei fatti relativi a come effettivamente si siano svolte le cose nell'affare Telekom-Serbia».

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