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Telekom Serbia, indaga anche la Corte dei Conti

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Al centro della inchiesta della magistratura contabile il rimborso di 36 miliardi per le provvigioni

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In particolare, a quanto sembra, sui rimborsi Telecom-Stet nell'operazione di acquisto della compagnia telefonica di Belgrado. Lo si evince da una lettera giunta alla commissione d'inchiesta Telekom Serbia del Procuratore generale presso la Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, con la quale si informa che alla magistratura contabile è giunto il resoconto stenografico dell'audizione el dottor Massimo Masini (in passato amministratore delegato di Stet International e di Stet International Netherlands). Nella lettera, ha spiegato il presidente della commissione Enzo Trantino, «il procuratore generale Apicella prende atto che nell'audizione del dottor Masini sono emerse gravi irregolarità in materia di comunicazioni sociali e in materia fiscale». In effetti di irregolarità nel corso dell'audizione di Masini era stato il senatore Giuseppe Consolo nell'audizione del 2 luglio. Masini spiega: «Nessuno mi aveva parlato dell'operazione (Telekom Serbia). Mi aveva accennato qualcosa, in un incontro casuale... Non ho avuto informazioni dal top management né di Stet né di Telecom Italia su questo tipo di iniziativa e non l'ho inserita neppure nel piano operativo della società per l'anno 1997». Consolo chiede che poteri aveva sui 36 miliarid di provvigione al centro dell'inchiesta. E Masini risponde: «Non avevo poteri e i 36 miliardi di provvigione non li ho corrisposti io. Sono stati corrisposti da Telecom Italia, la quale ha fatto il contratto, li ha corrisposti e poi ha chiesto, con lettera in data 14 novembre, il rimborso alla Stet International Netherlands, di cui ero diventato amministratore delegato». Consolo obietta: «Lei ha parlato di un consiglio della società da lei amministrata nel quale chiese alla controllante un giudizio di congruità per corrispondere gli importi relativi a quelle fatture. Si riferisce ad un giudizio di congruità formale?». E Masini: «Dovevo rimborsare delle fatture alla Telecom Italia, ma trattandosi di una società diversa, in questo caso Stet International Netherlands, ho ritenuto opportuno non semplicemente pagare sulla base di una richiesta, ma informare i consiglieri di amministrazione della società, chiedere copia delle fatture (non una lista contenente dei numeri) e un giudizio di congruità. Se c'era da effettuare un rimborso, occorreva che ci fosse non solo la fattura ma anche qualcuno che dicesse che era stata effettuata la prestazione. Solo quando è arrivata questa documentazione si è proceduto al rimborso di quanto richiesto da Telecom Italia». Il senatore Consolo protesta: «Si è reso conto dell'assoluta irregolarità della procedura?» E aggiunge: «L'assoluta irregolarità sta nella seguente circostanza: non è neppure ipotizzabile che una società, peraltro posseduta da mano pubblica, scarichi, sia pure con l'avallo della controllante, un importo considerevole sul proprio bilancio, quando tale importo non è stato né commissionato né pattuito, prescindendo dalla congruità o meno. Intendo dire che la società X non può attribuire alla propria controllata Y un determinato importo che la controllante X ha pattuito e concordato, perché in questo caso si andrebbe a cozzare contro le norme, anche di natura penalistica, previste dal nostro codice. Ciò perché se la società X, in passivo, scaricasse una determinata fattura sulla società Y, in attivo, ci rimetterebbe lo Stato, che non riceverebbe le imposte su una passività artificiosa: questo si chiama raggiro fiscale». E conclude: «Tra l'altro si ravvisa un ulteriore illecito ai sensi dell'articolo 100 della Costituzione, essendo la società in mano pubblica ed essendo sottoposta al controllo come ente cui lo Stato contribuisce in via ordinaria, com'era all'epoca la Telecom. Di ciò questa Commissione, su mia richiesta, ha dato solo parzialmente - chiederò un'integrazione - notizia alla Corte dei conti. Replica Masini: «Per quanto riguarda Stet International Netherlands non c'era alcuna irregolarità, perché io ho ricevuto la richiesta e non ho semplicemente rimborsato quanto chiesto, ma ho voluto

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