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La Cdl: un segnale positivo

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Da una parte, i partiti della maggioranza leggono la notizia come un conforto alle accuse di giustizia politica lanciate alla procura di Milano; dall'altra l'opposizione, che respinge come montature le accuse ai magistrati e che sottolinea come l'iscrizione nel registro degli indagati è avvenuto a seguito di un esposto presentato da un esponente di Forza Italia. Il commento più ricorrente da parte della maggioranza è che l'indagine sui due magistrati è un atto di giustizia, che arriva fin troppo tardi. Così Francesco Nitto Palma, di Forza Italia, parla di un «nodo che poteva essere sciolto già da tempo», visto che la polemica sul fascicolo andava avanti da un anno e mezzo senza che fosse stato compiuto alcun passo per accertare la verità. Per Sergio Cola, di An, dalla Procura di Brescia arriva «un timido segnale positivo», comunque da accogliere favorevolmente e con interesse«. Mentre il vicecapogruppo di Forza Italia alla Camera, Fabrizio Cicchitto, attacca l'«Unità» per il titolo: «Attentato alla libertà: Boccassini e Colombo indagati»; un titolo dopo il quale, afferma Cicchitto, la sinistra non potrà più dire a nessuno che è scorretto attaccare la magistratura, visto che ad iscrivere i due Pm nel registro degli indagati non è stato il governo, ma la Procura di Brescia. Questa interpretazione è però contestata dall'opposizione: la verità, osservano Bruno Leoni, dei Ds, e Roberto Giacchetti, della Margherita, è che l'iscrizione di Colombo e Boccassini nel registro degli indagati è la conseguenza di un esposto presentato di un esponente di Forza Italia, Roberto Borrione, responsabile giustizia per l'Umbria del partito di Berlusconi, che ha partecipato, sottolinea Leoni, a numerose iniziative politiche sulla giustizia con Marcello Dell'Utri. E anche se c'è chi usa toni forti, come il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, per il quale l'inchiesta aperta a Brescia è «l'ultimo atto di intimidazione contro la Procura di Milano», il giudizio prevalente è quello espresso fra gli altri da Antonio Di Pietro, o da Giuliano Pisapia: le accuse ai magistrati sono infondate e si risolveranno in una bolla di sapone, o anche in un boomerang.

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