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Amarcord Prodi-Fassino «Bei tempi quando al governo c'eravamo noi»

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Ieri al convegno di Bologna sulla costituzione europea si parlava dei paesi dell'Est e dei loro timori su una possibile asse Berlino-Mosca e il segretario dei Ds ha ricordato: «Quando ero al governo con Romano mi occupavo di quei paesi...», «Bei tempi...» lo ha interrotto sorridendo Prodi. «I migliori tempi», ha chiosato Fassino. Per poi rivolgere una battuta a Rocco Buttiglione, altro relatore del convegno: «È meglio spiegare a Berlusconi che dire tutti i giorni "portiamo la Russia nella Ue" è un errore». Riguardo alla presidenza italiana dell'Ue, Fassino, si è augurato che non si tratti di una «funzione puramente notarile» e ha indicato 5 punti prioritari per il raggiungimento degli obiettivi. L'estensione del voto a maggioranza e la massima limitazione del diritto di veto; la necessità che il regime delle due presidenze sia transitorio verso una presidenza unica; in un allargamento a 25, definire la cooperazione rafforzata; la definizione della titolarità della politica estera; infine, che dalla conferenza intergovernativa venga fuori la centralità della Commissione che non si configuri, invece, come il livello più alto di burocrazia europea. Rocco Buttiglione, ministro per le Politiche comunitarie, ha chiesto anche all'opposizione «di avere coraggio» e di fare ogni sforzo. E ha indicato le sue priorità, che in qualcosa si incrociano con quelle dei Ds: ridurre il diritto di veto, insistere sulle politiche economica e di difesa comune e, «più importante, la riforma dei trattati». Romano Prodi ha insistito sulla questione del voto a maggioranza «battaglia delle battaglie» e sulla necessità, con il tempo, di ridurre il diritto di veto a uno o due temi fondamentali come l'adesione di un nuovo Stato membro o una dichiarazione di guerra. E per evitare «una batosta» come quella del conflitto iracheno Prodi ha insistito su un ministero degli Esteri e su una politica di difesa comune. L'ultimo punto sottolineato dal presidente della Commissione europea è stato l'istituzionalizzazione di un coordinamento economico. Sull'incidente di Strasburgo Fassino ha detto che non lo si può archiviare come «un incidente», ma semmai come un episodio che mostra da parte del Governo una visione minimalista dell'Europa. Buttiglione ha replicato ricordando come molti interventi a Strasburgo, non solo del Ppe, avessero apprezzato il discorso di Berlusconi, carico di impegni. Poi c'è stata «una provocazione inaccettabile» «con un piccolo gruppo di parlamentari che vogliono essere giudici di Berlusconi, ma non lo sono». «È stato un atto vile, condotto in modo premeditato da Schulz» come ha lui stesso ha affermato ad un giornale, ha aggiunto.

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