Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Critiche dai consiglieri Veneziani e Rumi. La Rai decisa a rilanciare la conduzione con Ferrara

default_image

A viale Mazzini si pensa che il telegiornalista stia dettando condizioni per passare a Sky giocando sull'ammontare dell'ingaggio Santoro alza il prezzo per farsi dire di no

  • a
  • a
  • a

«Santoro è come "suocera che parla alla figlia perché nuora l'intenda". Infatti, tutte quelle pretese esagerate in realtà non sono dirette alla Rai (sa benissimo che la vera risposta sarebbe solo un secco "no", vista la situazione) ma si tratta delle condizioni che detta per passare ad altra scuderia, con tutta probabilità a Sky». Questa voce circola sempre più insistente fra i corridoi del palazzo quasi deserto per il weekend rovente di fine giugno. E roventi sono i giudizi sulle richieste faroniche del teletribuno che invece di mettersi finalmente sulla via della moderazione e cercare di collaborare con la Rai, gioca al rialzo, contesta la possibilità di fare una trasmissione in coppia con Giuliano Ferrara (forse ha paura di lui? O soltanto della possibilità di venir "schiacciato" dal suo carisma?) e avanza proposte a danno di altri colleghi. Certo, da un telegiornalista che continua tutt'ora a ricevere un miliardo e 400 milioni l'anno dalla Rai e si dichiara pubblicamente un «perseguitato», non ci si aspetterebbe mai un moto di improvvisa modestia, ma Michele chi? Supera ogni aspettativa. «Noi come azienda non rispondiamo a Santoro per adesso - afferma il consigliere Marcello Veneziani - abbiamo concordato di aspettare l'esito del nostro ricorso contro l'ordinanza del magistrato che dovrebbe arrivare i primissimi giorni di luglio. In ogni caso credo che sia nell'intenzione di tutti noi, compresa la presidente Annunziata, che al prossimo consiglio, l'8 luglio, parteciperà in videoconferenza dalla sede di New York, di controrilanciare con la co-conduzione con Ferrara, che è in linea anche con l'indicazione della Vigilanza». Ma l'atteggiamento di Santoro non è piaciuto affatto a Veneziani il quale già pensa che Santoro vogli farsi dire di no: «Le proposte non mi sono sembrate in sintonia con lo spirito di cui vuole davvero trovare una soluzione per tornare in video - afferma il consigliere - Pensavo che la soluzione Ferrara, oltre ad essere televisivamente appetibile, era in grado di ottemperare alle richieste del magistrato del lavoro e a quelle dell'Authority, che ha squalificato la credibilità dei programmi di Santoro. Invece, Santoro insiste con proposte di assoluta continuità con i suoi precedenti programmi che hanno riscosso molte critiche pubbliche e l'indicazione negativa dell'Authority». «Non solo - prosegue il consigliere - non trovo apprezzabile il riferimento all'apparato di cui vorrebbe disporre e non lo trovo simpatico nei confronti di colleghi che fanno programmi con mezzi molto minori». Insomma, la presunzione di Santoro sicuramente offende una schiera di suoi colleghi, per non parlare di quelle centinaia di giornalisti precari, di fronte ai quali si pone come un «nababbo capriccioso». Negativo anche il giudizio del consigliere Giorgio Rumi che giudica «le proposte avanzate da Santoro sul piano editoriale non divertenti, nè nuove. E non si può ricominciare come nulla fosse, anche perchè l'opinione pubblica è divisa. Servirebbe un guizzo editoriale, lasciando perdere la causa giuridica». Quanto poi alle richieste del giornalista sul piano organizzativo, Rumi la liquida con una battuta: «Nelle cause di divorzio non bisogna stupirsi delle richieste di una parte». Sia il senatore di An Bonatesta, che Lainati di Fi sono convinti che Santoro faccia di tutto per farsi dire di «no». Per Bocchino di An invece Santoro «vuole solo il potere. Un altro simbolo della sinistra si è imborghesito, ora la sua preoccupazione sono l'auto blu e i collaboratori». A giustificare Santoro si muove solo Celentano, che rompe il silenzio di mesi e scrive sul sito del Clan Celentano dove regala ai suoi fan parole in libertà: «Chi ama l'amore non può aver paura di Santoro - scrive il molleggiato-filosofo - ma piuttosto di Domenica in e Buona domenica». «Non bisogna mai stancarsi di variare il palinsesto -premette Celentano- È la prevedibilità che uccide più di tutti, l'amore. Piuttosto, meglio spegnere il televisore per due o tre giorni. Così quando poi lo

Dai blog