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IL CENTROSINISTRA si presenta in ordine sparso all'appuntamento di questo fine settimana per il referendum ...

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È il richiamo di Cesare Damiano, responsabile lavoro di Ds, secondo il quale «oggi quello che serve è l'unità che porta a risultati importanti al centrosinistra, come si è visto nelle recenti elezioni amministrative». Che il centrosinistra non fosse compatto sulla questione lo si sapeva fin dall'inizio quando oltre al Prc, anche Verdi e sinistra Ds si sono fatti promotori del referendum visto come fumo negli occhi da molti, non ultimo l'ex segretario della Cgil Sergio Cofferati, che già da qualche tempo ha fatto sapere che non si sarebbe recato a votare. Negli ultimi giorni si è delineata la mappa del voto all'interno dell'opposizione, con la formalizzazione della non partecipazione al voto da parte del direttivo dei Ds e l'indicazione per l'astensione o il no da parte della Margherita, ribadita anche ieri da Francesco Rutelli. Ma queste posizioni non sono univoche e all'interno dei singoli partiti ci sono differenziazioni. A partire proprio dai Ds che nell'odg approvato dal direttivo hanno confermato il loro giudizio negativo sul referendum e «la necessità di sostenere e perseguire convincenti soluzioni legislative». Il correntone ha votato contro questo ordine del giorno perchè i componenti della minoranza della Quercia sono orientati ad andare a votare e a votare sì al quesito, per dare un segnale politico forte alla maggioranza sulle questione delle politiche sociali. «Da referendario» andrà a votare anche Achille Occhetto che voterà sì pur nella consapevolezza che «il modo, la forma e il momento in cui è stato proposto il referendum sull'estensione dell'art,18 sono profondamente sbagliati». E lo faranno anche dodici senatori della minoranza diessina fra i quali Cesari Salvi, che è stato fra i promotori del referendum. Sempre rimanendo in casa Ds, da tempo Giuseppe Caldarola ha annunciato il suo «sì tecnico» e un altro deputato dalemiano, Vincenzo Siniscalchi, fa sapere che si recherà alle urne per votare sì perchè «personalmente contrario alla strategia anti-quorum». Si recherà alle urne per «dovere istituzionale» anche il presidente della Campania Antonio Bassolino, ma non rivela come voterà. E sempre a Napoli andrà a esprimere il suo sì anche il segretario regionale dei Ds della Campania Gianfranco Nappi. Non andranno invece a votare e seguiranno la linea indicata dalla Quercia Massimo D'Alema e Luciano Violante, che indiscrezioni indicavano come possibili votanti a favore del quesito referendario. Respingendo «congetture e illazioni» D'Alema afferma di aver votato a favore di un documento approvato al direttivo del partito: «Avendolo condiviso, mi atterrò a quello che dice quel documento, è ovvio». Non andranno a votare Enrico Letta e Rosy Bindi. E nemmeno Franco Marini. Indicazioni per il sì, invece, vengono dal Pdci e dai Verdi, ma anche in quest'ultimo partito l'atteggiamento è differenziato. Fortemente impegnato per il referendum è naturalmente in Prc, il sui segretario Fausto Bertinotti auspica che dai Ds venga una «resipiscenza» a favore di un sì tecnico al referendum «vista la situazione politica ed economica che si è venuta a creare».

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