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Giornalisti, oggi lo sciopero delle polemiche Protesta solo politica, un mezzo fallimento

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La Fnsi conferma lo sciopero dei giornalisti e smentisce le voci «di intese con la Fieg su soluzioni alternative allo sciopero generale» che, sottolinea, «sono improponibili all'immediata vigilia dello sciopero stesso». Uno sciopero «di natura politica» secondo il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, uno «sciopero sbagliato e ingiusto» secondo la Fieg perché «in un momento nel quale le difficoltà dei giornali sono così gravi e i segnali di crisi in molte testate sono così evidenti, si colpiscono gli editori della carta stampata per responsabilità che non hanno e per problemi, quali quelli della Rai, sui quali non hanno nessuna possibilità di influire». «La stessa motivazione dichiaratamente politica dello sciopero mette in luce - aggiunge la Fieg - quanto esso sia sbagliato. La proclamata difesa della libertà di informazione dovrebbe, infatti, essere esercitata informando e non, come avviene, con lo sciopero, rifugiandosi in un rituale la cui unica conseguenza è l'eliminazione dell'informazione. In conclusione uno sciopero sbagliato e uno sciopero ingiusto, del quale faranno le spese i giornali, i lettori e gli stessi giornalisti, chiamati ad astenersi dal fare il loro mestiere». Lo sciopero dei giornalisti è politico? «Rivendico lo sciopero politico se con questo si intende che è per la difesa del diritto ad essere informati, un diritto sancito dalla costituzione», ammette infine il segretario dell'Fnsi, Paolo Serventi Longhi. «Mai abbassare la guardia sul fronte del pluralismo dell' informazione»: così il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, è intervenuto sullo sciopero. Uno «sciopero sbagliato e inutile», lo definisce anche Ernesto Auci amministratore delegato della Stampa. «Al Cdr e al sindacato - dichiara Auci - abbiamo offerto, così come sono sicuro hanno fatto molti altri editori di quotidiani, uno spazio adeguato affinchè, invece di effettuare lo sciopero, illustrassero alla pubblica opinione le ragioni dei giornalisti».

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