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Bondi: «I veri test sono Brescia e il Friuli»

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Sandro Bondi non si sbilancia più di tanto in vista delle elezioni amministrative: il portavoce di Forza Italia sostiene che il prossimo voto «non coinvolgerà il governo, qualunque sia il risultato». Tanta prudenza perché teme sconfitte? «No, "temiamo" una grande vittoria. Ma credo che sia difficile considerarlo un test nazionale. Si vota in Friuli e Valle d'Aosta per le Regionali, ma la maggior parte degli elettori è al Sud. Poi c'è Roma, la Sicilia. Non è un elettorato omogeneo. Come si fa a dire che è un test per il governo?». Sarà comunque una prova per la maggioranza? «Sarà una prova soprattutto per quanto riguarda il Friuli e Brescia». Due elezioni dove non ci sono candidati di Forza Italia? È un caso? «In parte. Nel senso che questi due test dimostreranno il grado di coesione della Casa delle Libertà». In che senso, scusi? Se vince il centrosinistra, la Cdl si divide? «No, se vinceremo in queste due realtà vorrà dire che saremo stati in grado di presentare dei candidati che non sono più riconosciuti dall'elettorato come appartenenti ad un partito, ma a tutta la coalizione. In questo senso è un test di coesione e unità». Ma perché questo è una prova che vale solo a Brescia e in Friuli? E a Roma? «Il discorso è diverso. Perché abbiamo necessità di fare un test al Nord dove la Lega si è unita più tardi al Polo facendo nascere la Casa delle Libertà. E poi sono importanti Brescia e Friuli anche per un altro motivo». Quale onorevole? «Perché in tutte e due le realtà candidiamo alla guida delle coalizione due donne. E questo significa che le donne sono oramai una componente sempre più forte nella nostra classe dirigente. Naturalmente ci auguriamo che questa scelta venga premiata dall'elettorato». Ma la campagna elettorale è stata caratterizzata dallo scontro... «Vero, ma noi agiamo solo per legittima difesa». F. D. O.

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