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«Una prova solo per la coalizione»

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Ma certamente potremmo avere indicazioni utili per la coalizione». Ignazio La Russa, capogruppo di An alla Camera, non dà un significato politico nazionale alla tornata elettorale che si terrà tra un mese. Neanche se votano dodici milioni di italiani? «Neanche. Si tratta di un campione non omogeneo, a macchia di leopardo sul territorio nazionale, sostanzialmente raggruppato in due regioni. Insomma, mi sembra abbastanza per dire non sarà un vero test». Ma non è la prima «vera» tornata elettorale dopo le politiche del 2001 e prima delle europee del 2004? «Lo era anche quella dell'anno scorso. No, guardi, è inutile dare un significato particolare a queste elezioni. Posso al massimo dire che è un test locale per le zona dove si voterà». Un banco di prova importante allora? «Per la coalizione, ma non per il governo. Da questo punto di vista sì, è importante per capire se c'è qualcosa che non va e riparare in tempo per l'appuntamento del prossimo anno». È stato intanto «testato» lo stato di salute della maggioranza nella fase delle candidature? «Direi di sì e mi sembra che sia andata bene». Anche se si è verificato uno strappo con la Lega? «Strappo? Mi sembra eccessivo definirlo così». La Lega corre da sola in diversi Comuni... «Ma non è uno strappo visto che è chiaro sin da ora che ci riunificheremo nel secondo turno». Come giudica la scelta di Bossi? «È un errore. Che comprendo, ma è pur sempre un errore». Perché è comprensibile? «Per due ragioni. La prima, la Lega non ha superato il 4% della quota proporzionale alle elezioni politiche. E questo è un problema serio per gli uomini di Bossi perché soffrono non solo per il fatto che non hanno ottenuto una consistente quota di deputati, ma anche perché si sentono continuamente in obbligo di recuperare qualcosa. Nel caso delle amministrative questa esigenza del Carroccio riemerge puntualmente. Purtroppo non potremo fare nulla sino alle prossime "politiche"». Complesso di diventare grandi? «Di tornare grandi numericamente». E la seconda ragione? «La seconda è che è nel loro Dna il "correre da soli". Lo si è visto anche in questa tornata. Bossi ha provato a convincere i suoi non ci è riuscito». E per An? Sarà un test importante? «Sarà importante per capire quali aggiustamenti organizzativi fare, se necessari». Quanto incideranno la guerra e la pace? «Non credo in maniera determinante. E sarà la migliore sconfitta per chi ha cercato di strumentalizzare il pacifismo. C'è stato chi si è agitato tanto quando il Papa ha parlato di guerra ed è rimasto in silenzio quando ha parlato di vita. Un tentativo vergognoso che è venuto fuori».

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