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MILANO — È iniziato, al Tribunale di Milano, il conto alla rovescia per il processo Lodo Mondadori-Imi Sir.

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Questa volta però l'udienza fissata per il 26 aprile dovrebbe essere quella decisiva. Sempre che qualche altra mossa a sorpresa non allontani, ancora una volta, il "traguardo" dei giudici. Il colpo di scena ipotetico potrebbe rivestire ancora i caratteri di un'istanza di ricusazione, magari su quella chiusura del dibattimento annunciata, anche in questo caso a sorpresa, dal presidente del collegio Palo Carfì mercoledì scorso. Ma fino a ieri, stando a quanto si è appreso, non è stato fatto nulla. In un clima che ha abituato un pò tutti a stare «in guardia» e a non affidarsi alla semplice routine, è capitato anche che ieri, e per tutta la giornata, i difensori di Cesare Previti fossero praticamente osservati costantemente nell'eventualità di vederli spingersi in uffici "chiave" come, appunto, la Corte d'Appello per una nuova ricusazione. Ma questo non è avvenuto. Stando alle loro dichiarazioni non ci sarà nulla in tal senso, nemmeno per i prossimi giorni. Ma se è vero che i tempi per una eventuale, nuova, ricusazione scadono solo oggi, è vero anche che in una settimana di tempo può accadere di tutto. Al momento l'unico interrogativo reale riguarda eventuali dichiarazioni spontanee da parte del parlamentare di Forza Italia. Che le possa fare è praticamente fuori di dubbio, nonostante il dibattimento sia stato dichiarato formalmente chiuso, e nonostante qualcuno sollevi ugualmente qualche perplessità in merito. Ma, proprio perchè il procedimento si trova in una sorta di "limbo", cioè di sospensione della camera di consiglio finale, è necessario che Cesare Previti chieda personalmente di poter parlare fin dalle primissime battute di sabato 26 aprile. Ma prima di allora niente è ancora scontato. Durante l'udienza di ieri l'avvocato Pecorella aveva chiesto la cancellazione dal verbale d'udienza delle frasi, ritenute offensive nei suoi confronti, pronunciate dal pm Boccassini. Richiesta naturalmente respinta.

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