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di GAETANO MINEO PALERMO — L'immigrazione torna a rinfocolare il dibattito politico.

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Per il Carroccio la legge Bossi-Fini non si tocca. Per il ministro per le Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione, invece, «non si possono chiudere le porte dell'Italia a chi fugge dal proprio Paese per evitare la morte: sarebbe disumano ed è impensabile». Ma ciò, ministro Buttiglione, non è in contrasto con la legge Bossi-Fini? «No, perché questa si occupa d'immigrazione, legale e clandestina. Gli sfollati, invece, non vengono in Italia per lavorare, corrono dalla guerra e quando la guerra finisce tornano al loro Paese». Intanto, alla gente che scappa dalle bombe, cosa dice l'Italia? «La gran parte di questa gente si fermerà in Turchia, in Giordania o, forse, in Iran. Però, qualcuno, arriverà anche da noi. Quindi dobbiamo, insieme con gli altri Paesi, dar vita ad una normativa che ci consente di distinguere, chiaramente, gli sfollati dagli immigrati clandestini e di avere cura di questi». Occorre una specifica normativa o una modifica alla Bossi-Fini? «Un nuovo provvedimento legislativo, per capirci. Che, tra l'altro, corrisponde ad un obbligo europeo in quanto esiste una direttiva comunitaria, perché il fenomeno interessa tutta l'Europa ed è bene affrontarlo in modo coordinato». Allora perché, più volte, il Carroccio puntualizza che la Bossi-Fini non si tocca? «Non si tratta affatto di cambiare la legge Bossi-Fini, ma bensì di regolare un altro fenomeno, diverso, che oggi ragioni di umanità e di saggezza ci impongono di farlo subito». In merito, c'è in cantiere un disegno di legge, suo e del ministro Pisanu. A che punto è l'iter legislativo? «Deve ancora arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri». Non c'è il rischio che immigrati clandestini si spaccino per profughi? «Certo. E allora come si fa? Bisogna avere una legge nella quale ci siano dei criteri che ci consentono di distinguerli. Paradossalmente, il provvedimento che noi proponiamo corrisponde sia a ragioni di umanità, sia di rigore. Perché, senza questo provvedimento, noi rischiamo di essere per un verso, casualmente cattivi e, per un altro verso, altrettanto casualmente fessi, cioè di fare entrare in Italia chi non deve entrare e magari di cacciare chi avrebbe diritto ad un momento di sosta». Giorni fa, alcuni iracheni sono già sbarcati in Sicilia. Quale normativa sarà applicata? «Facciamo la legge per distinguere bene gli immigrati, legali o clandestini, dagli sfollati. Che, a sua volta, sono diversi da coloro che cercano asilo. Questi ultimi, fuggono da un governo e non possono ritornare. Lo sfollato, invece, fugge da una situazione provvisoria».

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