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Grida, fischi, interruzioni e sventolio di bandiere

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Seduta movimentata quella di ieri a Montecitorio, nella quale il presidente del Consiglio svolge le sue comunicazioni sugli sviluppi della situazione irachena e sul ruolo del nostro Paese. Si vedono anche due «bandiere della pace», esposte nella tribuna riservata agli ex parlamentari, ai senatori e al corpo diplomatico. Le regole vogliono che dalle tribune non si possa dare segno alcuno di assenso o dissenso rispetto a quanto si dice o avviene in aula; Casini quindi disapprova («noi abbiamo responsabilità ben diverse»). Mentre i commessi si accingono ad eliminare il disturbo, una delle bandiere viene fatta cadere nell'emiciclo tra gli applausi e i sorrisi del centrosinistra e le proteste della maggioranza. Dal centrosinistra arrivano critiche quando Berlusconi ricorda «l'alto richiamo del Santo Padre». Il centrodestra applaude quando il premier sottolinea che Francia e Germania «indicate dalla sinistra come modello virtuoso da imitare» hanno già assicurato il proprio sostegno. Il centrosinistra contesta il passaggio sul cancelliere tedesco e scatta il rimprovero di Casini: «Non è un'assemblea quella in cui tutti intervengono quando vogliono interrompendo». Cartellino giallo per Maura Cossutta richiamata all'ordine due volte dal presidente per aver interrotto Berlusconi che afferma che «le condizioni per l'autorizzazione all'uso della forza si sono legittimamente determinate» e poi che il centrosinistra è in difficoltà. Ma viene ammonito anche Stefano Losurdo di An («stia zitto per cortesia» gli intima Casini) che a sua volta contesta Maura Cossutta. «Non è possibile farsi giustizia da sé — esclama Casini — c'è il presidente che sta richiamando all'ordine». Il presidente della Camera si sbraccia e scampanella: «Non è possibile ascoltare un dibattito in questo modo. Vi prego di avere un minimo di civiltà per far parlare tutti». Berlusconi raccoglie una vera e propria standing ovation dalla sua maggioranza quando ricorda che «non si può chiedere al governo di mettere in discussione l'alleanza atlantica». E il centrosinistra protesta per questi applausi. «Non c'è ancora un regolamento che vieta gli applausi — nota Casini rivolto a Maura Cossutta che protesta nuovamente — dai tempi di De Gasperi in poi i presidenti del Consiglio sono stati applauditi quando lo si riteneva opportuno». Berlusconi accusa l'opposizione di non avere «senso della realtà e della democrazia», alcuni deputati dell'Ulivo si alzano in piedi e il premier commenta: «State dimostrando che vi manca quel senso della lealtà che noi abbiamo dimostrato quando eravamo minoranza». Il centrodestra applaude con calore. Dal centrosinistra si grida «pace-pace», qualcuno come Diliberto e Armando Cossutta batte ritmicamente le mani sugli scranni. «Mi spiace ma devo riportare i fatti» ribatte il premier. Qualcuno grida «buffone». Il diessino Salvatore Buglio urla «imbroglione». Anche lui viene ammonito da Casini: «Il presidente del Consiglio sta esprimendo le sue opinioni, io ho il dovere di garantirglielo». Fini quando le contestazioni crescono si lascia andare a qualche commento («Stai zitto, buffone!»). Unico momento di unità della giornata è l'applauso a Marco Biagi, ricordato da Casini in apertura dei lavori.

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