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CdA d'emergenza. Annunziata presidente

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All'ordine del giorno la sua elezione dopo il pranzo con Pera e Casini. Ieri summit di 40 direttori

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Lucy non vuole perdere tempo e la guerra è così imminente che non può rischiare di trovarsi in pieno conflitto senza essere stata ancora incoronata presidente della Rai. Troppe cose da fare e da cambiare (organizzazione e sicurezza degli inviati, palinsesti da stravolgere, programmi da sospendere) in un'emergenza del genere e così, meglio mettere a tacere le eventuali polemiche (comprese quelle sul futuro del direttore generale e Santoro) e anticipare tutto a oggi. Così ieri ha telefonato all'alba al sociologo consigliere anziano Francesco Alberoni e lo ha pregato di convocare d'urgenza gli altri consiglieri e il collegio dei sindaci per una riunione prevista per oggi alle 16,30, subito dopo il pranzo ufficiale con Pera e Casini a Palazzo Giustinani previsto alle 14. Petroni, Rumi e Veneziani sono stati buttati giù dal letto con questa notizia e non hanno capito subito che non si trattava solo di un pre-consiglio operativo di pre-guerra, ma di una riunione di insediamento in piena regola con elezione del presidente inclusa nell'ordine del giorno. Ad annunciarlo ufficialmente è proprio il consigliere anziano Alberoni, il quale precisa che la decisione è stata presa d'accordo con il presidente uscente Antonio Baldassarre. Il motivo dell'anticipo, su cui Alberoni e Baldassarre hanno convenuto, è la «grave situazione internazionale» e dunque la necessità che la Rai sia da subito pienamente operativa. Lucy la presidentessa comunque è già operativa su questo fronte dal giorno dopo la sua nomina e ha parlato a lungo con il direttore generale Saccà di che cosa fare in caso di attacco. Con lui ad esempio ha preso la prima decisione importante: i giornalisti della Rai rimarranno tutti a Baghdad, anche dopo l'inizio delle ostilità. E Saccà ieri ha riunito due volte in un mega summit i direttori dei tre Tg e altri dirigenti (40 persone in tutto) per comunicare loro le decisioni dell'Annunziata su Lilli Gruber, Carlo Maria Lo Savio, Giovanna Botteri, Edgardo Pellegrini, i tre telecineoperatori e tutte le altre sui palinsesti in assetto di pre-guerra. A viale Mazzini, intanto, il cambiamento di programma voluto dalla Lucy di ferro, ha sconvolto i ritmi sonnolenti di inizio settimana. Riunioni su riunioni del cerimoniale e dell'ufficio stampa (il capo Bepi Nava ha lavorato a stretto contatto con Lorenzo Ottolenghi, portavoce della presidente, fin dalla mattina), le stanze del settimo piano da finire di sgomberare e da pulire. La Lucy ha già anticipato che non si occuperà minimamente della disposizione dei mobili e delle piante, ma sicuramente bisognerà scegliere il criterio per l'assegnazione delle stanze dei consiglieri: per sorteggio o facendo scegliere il più anziano. Sempre oggi pomeriggio il dg Agostino Saccà rimetterà il suo mandato com avviene di prassi, senza avere però alcuna conseguenza immediata, visto che l'argomento non è all'ordine del giorno, ma potrebbe venir affrontato nel CdA di venerdì. Ieri tra l'altro la Annunziata sembra aver avuto un lungo confronto sull'argomento con Tremonti. Fra i nome proposti a sostituire Saccà ci sarebbe quello di Stefano Parisi, attuale direttore generale di Confindustria, che ieri ha smentito categoricamente di essere in corsa per l'incarico: «Queste notizie - osserva Parisi - possono servire solo a fare il gioco di qualcuno. Io non ho intenzione di essere utilizzato strumentalmente da chicchessia». Intanto Mauro Masi continua ad essere fra i favoriti e tornano in corsa anche Carlo Rossella e Mario Resca. La soluzione potrebbe essere quella di affiancare al direttore generale due vice, uno di area cattolica e l'altro vicino alla destra, come Angela Buttiglione e Guido Paglia.

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