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UN contributo italiano alla sicurezza in relazione a un conflitto con l'Iraq, secondo fonti della Difesa, ...

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Il 19 febbraio scorso, il Defence Planning Committee della Nato ha deciso di autorizzare una serie di misure difensive per proteggere la Turchia da eventuali ritorsioni irachene con armi non convenzionali. L'intervento degli specialisti dell'Esercito italiano non è stato richiesto, ma l'invio di nostri militari in Turchia potrebbe essere deciso se la situazione dovesse degenerare. Nel settore delle contromisure nucleari, biologiche e chimiche, i militari italiani possono vantare una leadership di settore a livello internazionale, potendo disporre delle più sofisticate dotazioni tecnologiche. Tra queste, il Pcr (Polymerase Chain Reaction), apparecchiatura di rilevamento portatile e il veicolo blindato Vbr «Italia», dotato di sonde, spettrometro e dosimetri per la verifica delle concentrazioni di agenti contaminanti di tipo «nbc» sul terreno e nell'aria. Al momento, è stato rilevato, non sono state disposte attivazioni per contributi militari di questo tipo. Sono invece già operativi a bordo degli aerei-radar Awacs quattro militari italiani del contingente Nato di stanza a Geilenkirchen, in Germania: le «sentinelle del cielo» vigilano, da un'altezza di 30mila piedi, sull'integrità dello spazio aereo turco in chiave preventiva contro possibili azioni ostili dell'Iraq.

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