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Giustizia, i magistrati preparano lo scontro

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Rinviato alla Camera il confronto sul ripristino dell'immunità parlamentare. Contrasti nella Cdl

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Ieri in aula alla Camera è cominciata la discussione generale sulla legge riguardante l'insindacabilità dei parlamentari. Ma non si è parlato di ritorno all'immunità e nessun esponente della Cdl ha presentato emendamenti in tal senso. La situazione, ha spiegato l'on. Michele Saponara di Forza Italia, è ancora «fluida». Anche se noi, ha aggiunto, siamo favorevoli alla sospensione dei processi (sul modello spagnolo) per parlamentari ed uomini di governo, non abbiamo presentato emendamenti «perchè serve il concorso di tutta la maggioranza e anche dei settori garantisti dell'opposizione, e non so se ciò potrà avvenire». Può darsi, ha concluso, che se ne riparli in futuro. Anche il capogruppo di An Ignazio La Russa ha escluso che il suo partito intenda presentare delle proposte per reintrodurre l'immunità parlamentare. Vogliamo «approfondire e valutare molto bene», è intervenuto il portavoce di An Mario Landolfi, l'ipotesi di sospendere i processi alle alte cariche dello Stato. Per ora, quindi, non se ne parla. Ma l'Ulivo ha già annunciato il suo no all'immunità. Non accetteremo concessioni di «privilegi», ha affermato Luciano Violante (Ds). Non si sono ancora placate, intanto, le polemiche provocate dal sì del consiglio dei ministri al disegno di legge che separa le funzioni dei magistrati (giudici e pubblici ministeri). Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha ribadito ancora una volta che questo provvedimento non può essere considerato punitivo nei confronti dei magistrati perchè il governo intende rispettare l'indipendenza della magistratura. L'associazione nazionale dei magistrati (Anm) ha intenzione intanto di chiedere un incontro al ministro. Lo farà, ha annunciato il presidente Edmondo Bruti Liberati, dopo aver esaminato a fondo le proposte contenute nel maxiemendamento approvato venerdì scorso dal governo. Un giudizio negativo è già stato espresso dall'Anm: il maxiemendamento, ha affermato il presidente Liberati, porta di fatto ad una separazione delle carriere, «anche se il Guardasigilli non la pensa così». Un invito all'Anm a non cercare lo scontro ad ogni costo con il governo è stato rivolto da Sergio Cola di An. Nella riunione straordinaria di giovedì l'Anm «non si faccia prendere dalla voglia di contrapposizione, che peraltro anima solo una parte minoritaria della magistratura», ma affronti «laicamente le richieste di riforma contenute nelle proposte di governo e della maggioranza», è l'appello che il vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere, il deputato di An Sergio Cola, rivolge ai vertici del "sindacato delle toghe" in vista dell'incontro convocato per spiegare le «critiche» ai provvedimenti del governo e avanzare «soluzioni alternative». Dai primi commenti dei segretari delle quattro correnti, sostiene Cola, sembra ci sia «una volontà di scontro con l'esecutivo e con la maggioranza». Ma la giustizia vive una «situazione difficilissima» e «non è in condizione di fornire soddisfacenti risposte alle richieste dei cittadini». Così, «la politica per troppi anni assente, anche per colpa dei magistrati, questa volta è finalmente intenzionata ad affrontare i problemi, ma è necessario che la magistratura e i suoi organi sindacali comprendano che ormai è indispensabile e urgente che il Parlamento affronti la grave crisi», afferma il deputato di An. Intanto l'Ulivo annuncia battaglia in Parlamento. Questo maxiemendamento, ha affermato il capogruppo della Margherita Willer Bordon, è come la legge Cirami sul legittimo sospetto, ossia un altro «colpo di mano» della maggioranza contro la magistratura per imporle «un ordine politico». Perciò l'opposizione si batterà per sbarrare la strada al provvedimento «che nasconde la legge per la separazione delle carriere» dei magistrati.

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