
Almasri, il migrante che denuncia Meloni va in tv: "Liberato un torturatore"

"Quando sono arrivato in Italia ho pensato fosse un Paese in cui tutti potevano essere liberi. Da noi ci sono le dittature. E allora ho pensato l'Italia fosse un Paese da cui imparare". Dopo l'apparizione in Parlamento portato da Nicola Fratoianni e compagni e la denuncia nei confronti del premier Giorgia Meloni e dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi per il rimpatrio del generale libico Almasri, arriva in tv Lam Magok Biel Ruei, il sudanese di 32 anni nuovo eroe della sinistra. Afferma di essere stato imprigionato e torturato in Libia dal generale: "Sono vittima due volte. Prima delle torture di Almasri, poi dell'Italia, che aveva la possibilità concreta di fermarlo e non lo ha fatto", denuncia intervistato a L'aria che tira, su La7.
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"Almasri è un criminale. Essere liberato per lui è un altro modo di vincere e di tornare a commettere atrocità", attacca il sudanese che accusa l'Italia di non averlo trattenuto dopo l'arresto: "L'Italia è anche membro della Corte Penale Internazionale che può arrestare un criminale e renderlo responsabile dei suoi crimini". L'uomo ha raccontato sevizie e abusi dei campi libici. "Usano scariche elettriche. Ti fanno male con quelle sulle gambe e nel frattempo ti bloccano le spalle". Ma la questione è giuridica oltre che politica e legata alla sicurezza nazionale. Lo spiega bene l’ex ministro dell’Interno Pd e presidente della fondazione Med-Or, Marco Minniti, che al Corrier e della sera ha detto sul caro Almasri: "Avrei utilizzato sin dall’inizio il tema della sicurezza nazionale: è netto. Ne imparai il senso nel 1998, vedendo che i tedeschi non ci chiesero l’estradizione dell’arrestato Ocalan, capo del Pkk curdo, benché avessero emesso per lui un mandato di cattura per terrorismo: c’erano in Germania le comunità turca e curda più importanti d’Europa, un processo avrebbe devastato la tenuta sociale".
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