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Vasco Rossi graffia le "anime belle" della sinistra: "Distruggere Israele? Mi ribello"

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Il rocker modenese Vasco Rossi è tornato a raccontarsi in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera. La musica, certo, ma non solo. Tra gli argomenti affrontati anche la guerra che sta flagellando il Medio Oriente e mettendo a repentaglio gli equilibri internazionali. "Io rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato": così ha esordito il cantautore, chiarendo da subito qual è il suo punto di vista.

 

 

"’Free Palestine' è un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello", ha spiegato il Blasco, graffiando così gli schieramenti pro Palestina. "Leggo cose superficiali, in cui non mi riconosco; io sono semplice, non facile - ha sottolineato - Mi hanno dato del sionista, ma io non so neppure cosa voglia dire. So che se mettessi il like a 'Palestina libera' mi amerebbero tutti; ma io non sono fatto così. Se avessi voluto piacere a tutti, non avrei scritto ’C’è chi dice no' o ’Gli spari sopra'", ha ammesso.

 

 

Poi, la precisazione: "Questo ovviamente non mi impedisce di piangere le vittime civili di Gaza, e di criticare i bombardamenti di Netanyahu". I rivoluzionari da salotto non gli sono mai piaciuti, ha spiegato l'artista. "Mai. Ricordo quelli di Potere operaio: erano tutti studenti; il pomeriggio giocavano alla rivoluzione, la sera tornavano a cena dalla mamma. A diciassette anni vuoi cambiare il mondo: anche io ci credevo, anche io ci ho provato. Poi ho capito che prima di cambiare il mondo dovevo cambiare me stesso. Anziché distruggere il sistema, dovevo creare il mio sistema. Poi certo i ragazzi che scendono in piazza li rispetto", ha concluso. 

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