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Dimissioni Sgarbi, Cacciari travolge Travaglio: "Illogicità totale"

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Nello studio di Otto e mezzo, il programma condotto da Lilli Gruber su La7, si parla del caso politico del giorno, ossia delle dimissioni da sottosegretario alla Cultura di Vittorio Sgarbi in seguito al provvedimento del'Antitrust che, di fatto, vieta al critico d'arte di fare conferenze e spettacoli retribuiti. "L'argomento non mi entusiasma - premette Massimo Cacciari - ma se un pubblico amministratore, e in analogia un ministro o un sottosegretario, che si interessa di un argomento, che sia la filosofia o la storia dell'arte, durante il suo incarico va a fare una conferenza, invitato e con un compenso che dichiara, non vedo che cosa ci sia di male". L'ex sindaco di Venezia fa un discorso di buon senso: "Francamente proprio non lo vedo se è questa la questione. Altra cosa è se io da sindaco andavo a inaugurare una fiera nel mio comune o in un altro comune e mi facevo pagare, perché quella è una funziona pubblica. Ma se io faccio una conferenza non posso farmi pagare? Ma scherziamo? Mi sembrerebbe una cosa di una illogicità totale!", si scalda Cacciari che ricorda come in tutto il mondo i politici facciano conferenze. 

 

Marco Travaglio, direttore del Fatto che insieme a Report ha fatto una campagna di stampa tambureggiante su Sgarbi, replica che di solito sono "gli ex politici" a farlo, con qualche eccezione come Matteo Renzi. Poi inizia a recitare la norma che stabilisce limiti e condizioni in materia delle cariche di governo nello svolgimento del proprio incarico. Ossia che non possono esercitare "attività professionale di lavoro autonomo e materie connesse con la carica di governo di qualunque natura", e via dicendo. Insomma, ribadisce Travaglio, Sgarbi deve rispettare questa norma. "Ma si può dire che è una norma del cavolo?", ribatte Cacciari che definisce il provvedimento una delle "norme tipiche italiane, non la condivido e mi pare totalmente assurda. Ma se faccio il sottosegretario e mi  interesso di Platone e vado a parlare di Platone, ma che conflitto di interessi c'è se servi il tuo paese"?, chiosa il filosofo. 

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