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Chiara Ferragni, a che punto è la donazione. Riparte il charity show?

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Probabilmente non sta andando come aveva previsto Chiara Ferragni. Le scuse suo social per quello che ha definito solo un "errore di comunicazione" non sono state accolte bene da follower e sponsor che iniziano a fuggire dal brand Ferragnez. E così i social di tutta la famiglia sono "congelati" da un paio di giorni, da quando si è visto che il Pandoro-gate potrebbe essere destinato ad allargarsi dopo la sanzione milionaria dell'Antitrust. Ferragni nel suo video di scuse tra un sospiro e una lacrima aveva annunciato la donazione di un milione di euro "al Regina Margherita per sostenere le cure dei bambini". Poi aveva detto di aver commesso un "errore in buona fede", ossia "legare con la comunicazione una attività commerciale a una di solidarietà", cosa che - promette - non avverrà più in futuro.

 

Tuttavia era apparso subito un controsenso quanto annunciato poco dopo: "Nei prossimi giorni parlerò con il Regina Margherita per capire come l’ospedale utilizzerà la somma da me donata e vi racconterò periodicamente gli aggiornamenti". Insomma, un altro charity show? Come detto l'operazione comunicativa non sembra aver raggiunto i risultati sperati, come dimostrano le analisi sui social che sottolineano il sentiment negativo nei confronti dell'influencer-imprenditrice e della vicenda in sé. Sarà interessante capire cosa succederà nelle prossime settimane e come i Ferragnez ne parleranno. Intanto, riporta il Corriere della sera, ieri lo staff di Ferragni ha contattato la ragioneria dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino "per avviare le procedure del versamento".

 

Nei giorni scorsi la direttrice del dipartimento di Patologia e cura del bambino del Regina Margherita, Franca Fagioli, aveva commentato: "Valuteremo congiuntamente in quale modo utilizzare queste risorse che potranno offrire un grande aiuto ai nostri bambini. Certamente potremo pensare a migliorare ulteriormente il cammino verso diagnosi e cura dei nostri bambini con percorsi umanizzati ad alta innovazione tecnologica". 

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