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Otto e mezzo, “paradosso”. Travaglio si arrampica sugli specchi per difendere Grillo

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“Si è parlato tanto di Beppe Grillo e della sua intervista da Fabio Fazio. Lui ad un certo punto dice di aver peggiorato il Paese, è un’ammissione di fallimento del suo operato politico?”. Con questa domanda Lilli Gruber accoglie Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, nel corso della puntata del 13 novembre di Otto e mezzo, il talk show di La7. Il giornalista prova a difendere il fondatore del Movimento 5 Stelle: “Siamo talmente disabituati ad avere la satira in televisione che le rare volte in cui compare i bravi colleghi che commentano la televisione non capiscono le battute. Non capiscono i paradossi. Ti pare che Grillo sia andato in televisione a dire che ha peggiorato il Paese? Ha fatto un paradosso. Almeno le battute bisognerebbe capirle, guardando la sua faccia. Basta essere stati ad un minuto di un suo spettacolo negli ultimi 40 anni per sapere qual è il suo linguaggio. Ho letto che non lo dovevano invitare, che è vergognoso che lo invitino. In tv tirino su chiunque… Oppure non doveva parlare del conflitto di interessi di Giulia Bongiorno, ma ci mancherebbe altro, fa l’avvocato, va ai processi, poi parte e va a fare la presidente della Commissione Giustizia. Ma per quale motivo non si potrebbe poter dire che è in palese conflitto di interessi? L’ordine degli avvocati - sentenzia Travaglio - dovrebbe vietare questa cosa del doppio lavoro. Se sei presidente della Commissione Giustizia e senatore inevitabilmente influenzi gli eventi processuali, è ovvio”.

 

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