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Fabio Fazio a carte scoperte, bordate a Meloni e Salvini. Chi invita a Che tempo che fa

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Non c'è "nulla di peggio dei conduttori tv che parlano di politica", sentenzia Fabio Fazio in una lunga intervista al Corriere della sera in vista del debutto di Che tempo che fa versione Discovery. Ma basta una non certo irresistibile insistenza di Aldo Cazzullo che il conduttore si lascia andare. Giorgia Meloni? "Ha fatto quello che pensavo facesse. Non potendo fare granché, sta dedicando molta attenzione a battaglie identitarie, nessuna delle quali mi sembra accettabile", afferma Fazio che giustifica le difficoltà che la segretaria del Pd Elly Schlein sta riscontrando: "Ci sta provando, in una situazione complicata. Temo che la strada sia molto lunga e irta di difficoltà".

 

Le parole più dure, ovviamente, sono per Matteo Salvini. Il conduttore passato dalla Rai a Nove, idolo della sinistra radical chic, afferma di aver contato gli attacchi del leader della Lega: "Ero arrivato a 124. Poi ho perso il conto". L'affondo: "Mi ha colpito quando ha detto che i migranti arrivano con il telefonino e le scarpe. Passi il telefonino. Ma le scarpe sono una cosa che definisce la nostra umanità. Gli animali non hanno le scarpe; gli esseri umani sì. L’ho trovata una frase di una violenza definitiva, senza ritorno".

 

Lungo e coerente con la narrazione faziana degli ultimi mesi il capitolo dedicato all'addio alla Rai. In estrema sintesi: mai fatto il martire, ho fatto guadagnare al servizio pubblico più di quanto ho ricevuto, la politica nell'azienda c'è da sempre ma ora è peggio, adesso non devo rendere contro a nessuno di quanto guadagno. Sul rapporto con la sinistra Fazio afferma che "se fossi organico al Pd o a chiunque altro sicuramente sarei ancora in Rai. Non sono mai stato difeso, con buona pace degli illustri colleghi secondo cui ero tornato su Rai3 grazie al Pd. Non ho mai avuto nessun tipo di aiuto, e non mi sognerei di chiederlo". Intanto annuncia il primo ospite di Che tempo che fa fuori dalla Rai: Patrick Zaki

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