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Pino Insegno inizia la nuova avventura in Rai e si toglie qualche sassolino dalla scarpa

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La più grande novità in Rai è sicuramente l’arrivo di Pino Insegno: amato, ma anche molto attenzionato negli ultimi mesi da una parte della stampa. Il conduttore si racconta su Gente, senza filtri. «Giorgia Meloni è una mia amica, è una persona che stimo, so che potrebbe far bene. Ecco perché l’ho appoggiata. E su quel palco di Fratelli d’Italia ci risalirei, certo che sì», dice in esclusiva su Gente, in edicola da venerdì 8 settembre, Pino Insegno, che racconta dell’amicizia che lo lega al premier, alla vigilia del suo ritorno in Rai alla conduzione de Il mercante in fiera. «Ma con il mio ritorno in Rai non c’entra, ho iniziato a parlare di questo game show l’anno scorso. Sono entrato in Rai 40 anni fa e la mia carriera è piena solo di cose che hanno funzionato», dice ancora. 

 

 

Ma ricorda anche come è nato il rapporto con il premier: «Tra me e Giorgia Meloni c’è un rapporto confidenziale e professionale, conosco anche la sorella. Io di lavoro faccio anche il formatore per le aziende: da 26 anni insegno l’uso della voce alle persone per parlare in pubblico. Ci siamo incrociati tanti anni fa, ho aiutato qualcuno di loro a esprimersi meglio sul palco». Pino Insegno, alla vigilia del suo ritorno in Rai al timone de Il mercante in fiera, parla anche del nuovo game: «Ho iniziato a parlare di questo programma l’anno scorso in Rai. Giorgia Meloni non c’entra nulla. La forza del programma? Le carte sono belle, il gioco è divertente, è nazional popolare, ci giocano tutti a Natale. È una bella idea, non costosa, la Rai ha detto sì. A gennaio poi prenderò in mano L’Eredità: introdurrò giochi nuovi, qualcosa che abbia a che fare con la voce e con la recitazione. Io non sono solo un presentatore: se serve faccio il doppiatore, il comico, l’intrattenitore. Ma la ghigliottina rimarrà: quella non si tocca». 

 

 

Infine, il suo passato in Rai: «Le polemiche sulle mie conduzioni? Io il preserale l’avevo già fatto. Mica sono un influencer con un milione di follower che si è messo a condurre un programma. Io ho una storia fatta di successi. I cambiamenti di conduzione ci sono sempre stati. È successo anche a me: mi hanno tolto un programma e nessuno ha detto niente. Mi avete più visto condurre Reazione a catena o lo Zecchino d’oro? Di chi fu la colpa? Giuro  che non è stato D’Alema e neppure Berlinguer. Non fu la politica. Diciamo che la ruota è girata. Ma nessuno - dice polemicamente Insegno - si chiese perché, pur facendo uno share alto, io in Rai non c’ero più. Comunque, ora sono tornato».

 

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