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“Una bestia”. La morte dell'orsa Amarena scuote Feltri: non credo alla ricostruzione

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Vittorio Feltri ancora una volta dalla parte degli animali. Dopo quello della capretta di Anagni il direttore editoriale di Libero dedica un altro articolo al mondo a quattro zampe, soffermandosi e non nascondendo il proprio dolore per la morte dell’orsa Amarena, colpita da una fucilata che le è risultata fatale. “Amarena - scrive Feltri sul plantigrado ucciso in Abruzzo - nelle immagini risulta placida, serena, a suo agio, è una comune madre che sicura porta a passeggio la prole in centro e ne segue ogni minimo spostamento e movimento senza mai perdere di vista i propri piccoli. Ci siamo innamorati di questa orsa dal nome simpatico, avremmo desiderato essere anche noi lì, quella sera, in mezzo al gruppo di presenti che ha avuto la fortuna di assistere ad un simile spettacolo della natura. E ieri mattina la notizia che ci ha sconvolti, Amarena è stata fucilata. Una mamma è stata strappata via ai suoi cuccioli, giustiziata senza colpe, ammazzata crudelmente. Due creature restano quindi orfane per volontà e a causa di un uomo che ha preso l’arma e ha sparato contro un essere indifeso, che non rappresentava affatto una minaccia”.

 

 

“Lo abbiamo visto tutti che - rimarca Feltri - Amarena era inoffensiva. Le prove non mancano. C’è addirittura chi giura che era lei a sembrare intimidita dalle persone, tanto era docile. La bestiola stava semplicemente passeggiando nel suo habitat naturale e, con la sua ingenua e pura coscienza animale, non era in grado di riconoscere paletti e confini che dividono e distinguono la proprietà pubblica da quella privata. Di sicuro non avrebbe potuto prevedere che uno di quegli esseri umani che la osservavano con meraviglia quando scorrazzava in paese le avrebbe potuto fare del male. E così è morta. E questa morte ci scuote collettivamente, ci colpisce, ci indigna, ci fa insorgere, ci inorridisce. Non ci può lasciare indifferenti, poiché è l’ennesimo sopruso del forte nei confronti dell’indifeso, bestia o persona che sia”.

 

 

“Ho sparato per paura”, le parole con cui si è difeso l’uomo di 56 anni che la notte del 31 agosto ha ucciso a fucilate l’orsa Amarena a San Benedetto dei Marsi. Una vicenda con troppi punti oscuri secondo Feltri: “Ho difficoltà a credere alla ricostruzione dell’uomo indagato. Del resto, se vuoi indurre un animale ad allontanarsi, al massimo spari un colpo in aria e non più colpi verso l’essere disarmato”. Poi il giornalista ha un pensiero finale: “Anche i cuccioli di Amarena, che ora rischiano la vita, sono le nostre vittime”.

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