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Testamento Berlusconi, i figli decidono futuro e poteri in Fininvest: la scelta sull'eredità

Christian Campigli
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Un dolore che il tempo può rendere solo in parte meno intenso. La necessità di definire alcuni dettagli legali e burocratici, indispensabili per fare camminare al meglio l'impero economico costruito dal padre. Gli occhi attenti di investitori e partner europei, che vogliono capire cosa e come cambierà la più importante azienda editoriale italiana. I figli di Silvio Berlusconi hanno aperto un confronto sui poteri in Fininvest e Dolcedrago, i due asset principali. Il primo passaggio sarà l’accettazione dell’eredità. Un atto formale, che porterà in dote anche maggiore libertà decisionale per gli eredi. L'idea è quella (ovviamente) di rispettare i voleri del Cavaliere, e dare poteri pressoché assoluti a Marina e Piersilvio. Non è escluso però un maggior coinvolgimento di Luigi, Barbara ed Eleonora. 

 

 

All'inizio si tratterà di operazioni più semplici, in modo da far crescere (professionalmente) i tre figli avuti in dono dal matrimonio con Veronica Lario. Si tratta di un lavoro certosino e tutt'altro che semplice. Una sorta di slalom gigante, tra i voleri espressi nel testamento e le necessità operative della galassia Mediaset. Al momento tra i cinque congiunti dell'ex Presidente del Consiglio regna assoluta serenità e massima fiducia nei professionisti che stanno gestendo i passaggi ereditari. 

 

 

Fininvest ha da pochissimo approvato il bilancio consolidato dei primi sei mesi. Ricavi di 3,8 miliardi e un risultato netto di 200,2 milioni. Il primo dopo la morte di Silvio Berlusconi. Tra le ipotesi che, in questi giorni, si fanno insistenti in ambienti finanziari, vi è quella di una cessione di una parte delle quote azionarie del Monza Calcio. Un passaggio necessario, per aprire ad un socio di minoranza, che sia operativo e possa garantire investimenti e continuità alla squadra di Serie A guidata da Raffaele Palladino. 

 

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