
Testamento Berlusconi, quanto incasserà lo Stato in tasse: stangata per Fascina

Un cavillo (si fa per dire) sinora poco trattato riguardante i maxi-lasciti di Silvio Berlusconi contenuti nel testamento sono le tasse. In particolare la tassa di successione, che quando ancora in vita era stata combattuta acerrimamente, e nel 2001 anche abolita, dal fondatore di Forza Italia. La domanda è la seguente: quanta parte delle enormi eredità percepite dai figli, da Marta Fascina (100 milioni), Paolo Berlusconi (100 milioni) e Marcello Dell’Utri (30 milioni), confluirà nelle casse dello Stato? La risposta è diversa per ognuno dei protagonisti. Questo perché il Governo Prodi, che nel 2006 ripristinò l’imposta, scelse di applicare aliquote scaglionate, ma comunque parecchio esigue, a seconda del destinatario del lascito.
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Di conseguenza, come riportato dal sito di informazione giurisprudenziale Brocardi, dell’intera eredità miliardaria di Silvio Berlusconi (compreso l’impero aziendale e la villa di Arcore) lo Stato potrà incassare appena 100 milioni. Ma entriamo nel dettaglio. Per quel che riguarda la prole dell’ex presidente del Milan è prevista l'applicazione di un'aliquota del 4%, quella stabilita per i trasferimenti di beni e diritti a causa di morte in favore del coniuge o dei parenti in linea retta, sul valore complessivo netto, eccedente per ciascun beneficiario, la quota di 1 milione di euro. Quindi la fortuna di Marina, Pier Silvio, Barbara, Luigi ed Eleonora, è che il patrimonio ereditato dal padre sarà esente da tasse sino a un milione di euro, mentre il resto verrebbe tassato al minimo. Ma le buone notizie per i figli non sono ancora esaurite, perché in virtù del loro proseguimento dell’attività paterna non dovranno pagare nessuna imposta sul circa 62% di Fininvest ereditato.
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Passando invece al fratello Paolo, l’aliquota prevista per i trasferimenti in favore di fratelli o sorelle sul valore complessivo netto, eccedente 100mila euro, è del 6%. L’aliquota più “alta” (8%) è invece destinata a tutti gli altri soggetti e quindi al braccio destro Marcello Dell’Utri e all’ultima compagna Marta Fascina, che dovranno versare rispettivamente 2,4 milioni e 8 milioni di euro di tasse. Tutti i beneficiari, fossero nati in altri paesi europei o negli Stati Uniti, avrebbero dovuto pagare molto di più come imposta di successione. Basti pensare che oltreoceano sui grandi patrimoni è fissata un’aliquota al 40%, mentre in giro per l’Europa vige il principio di progressività fiscale, con l’aliquota che aumenta in proporzione al lascito.
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