Alluvione Emilia-Romagna, due dispersi e persone sui tetti. Ed è scontro sulle responsabilità
Ci sono due dispersi, a causa dell’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna nelle ultime 48 ore, con una cumulata massima d’acqua che ha superato, in alcuni casi, i 350 millimetri, con picchi massimi nella zona tra Ravenna e Brisighella: si tratta, come comunicato direttamente dal capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano al sottosegretario Galeazzo Bignami durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, di due persone che si erano rifugiate su un ponte, a Bagnacavallo, per sfuggire all’acqua. Drammatica la situazione in quella zona, in particolare a Traversara di Bagnacavallo, nel Ravennate. In questo i vigili del fuoco all'opera per mettere in sicurezza le persone che sono salite sui tetti delle case. Sono quattro i bacini interessati dall’alluvione, nei territori tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, con tracimazioni: oltre un migliaio le persone evacuate, cui 800 solo nel ravennate.
Oltre al bilancio dei danni, c’è anche la dialettica politica, che in Emilia-Romagna, sul fronte alluvione, non si è mai fermata dall’evento estremo del maggio 2023, di cui quello di questi giorni sembra una triste replica: «Siamo in attesa che il Commissario alla ricostruzione post alluvione 2023, ci approvi i piani speciali che noi abbiamo già validato come Regione già nel mese di luglio. I piani speciali prevedono la realizzazione di diverse opere dal punto di vista infrastrutturale per 4,5 miliardi» spiega Irene Priolo, presidente facente funzione della Regione. Cui il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare Nello Musumeci replica però in maniera molto netta proprio in conferenza stampa: «Non si può sempre chiamare in causa l’alluvione del 2023, avvenuta perché forse alcune cose che dovevano essere fatte non sono state fatte». E insiste: «In questo decennio l’Emilia Romagna ha avuto assegnati 595 milioni dai governi di Roma, oltre mezzo miliardo. Se la Regione potesse fare lo sforzo di farci sapere quanta di questa risorsa è stata spesa, spero tutta o quasi, e ci facesse la cortesia di dirci quali sono ancora i territori più vulnerabili, in un rapporto di collaborazione, e potremmo programmare ulteriori interventi in regime ordinario». Bignami rincara la dose e aggiunge: «Benché è stato richiesto 5 volte e sono passati 500 giorni, la Regione Emilia Romagna non ha mai trasmesso i dati per conoscere lo stato di manutenzione dei reticoli idrografici, che a noi serve per sviluppare il piano di manutenzione».