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Otto e mezzo, il retroscena di Lucio Caracciolo su Putin: cos'hanno fatto gli Usa

Giada Oricchio
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I punti oscuri della marcia della Wagner agli ordini di Prigozhin, sabato scorso, lo stop a 200 chilometri da Mosca (il capo del battaglione e magnate ex fedelissimo di Putin ha dichiarato: “Mi sono fermato per evitare spargimenti di sangue, non volevo attaccare il Cremlino ma evitare che la Wagner fosse smembrata"), il sospetto che sia un “cavallo di Troia” per spostare la brigata in Bielorussia e da lì attaccare Kiev sono stati oggetto di dibattito a “OttoeMezzo”, talk preserale di La7. Nel corso della puntata di lunedì 26 giugno, l’esperto Lucio Caracciolo ha spiegato che niente sarà come prima: “La partita è ancora in corso. Prigozhin aveva delle questioni banalmente di corporazione cioè che in base al decreto di Putin i suoi mercenari entro il 1° luglio dovevano iscriversi alle forze armate regolari, pena andare a casa. Una cosa impossibile per la Wagner che è bene ricordare fa parte delle forze armate russe, non è una milizia privata”.

Il direttore della scuola e della rivista Limes ha ricordato che non esiste un esercito regolare in Russia, ma truppe formalmente legali affiancate da decine di milizie che si muovono in autonomia e Putin ha provato a ridurle a unità. Un altro aspetto su cui l’analista geopolitico ha messo l’accento è la figura del “macellaio” Prigozhin: “Rappresenta la fazione più guerrafondaia, dura e ipernazionalista. Gli americani sapevano di quest’iniziativa, peraltro annunciata più volte dall’oligarca ma hanno fatto capire chiaramente di non voler rischiare e hanno passato informazioni a Putin. In quelle ore sono stati molto tranquilli e non si sono sbilanciati”. Perché? Caracciolo lo rivela subito dopo: “Una Russia destabilizzata o addirittura guidata da un superfalco non è nell’interesse di nessuno. Meglio Putin di Prigozhin detto in maniera semplice. Ma un capo di Stato che la mattina ti definisce un traditore e nel pomeriggio negozia con te, visto che la mediazione di Lukashenko non è mai esistita, non fa una grande figura e indebolisce la Russia. Con chi si tratta la pace se non so chi comanda?”.

 

 

 

Lucio Caracciolo ha concluso gettando uno sguardo sul fronte ucraino: “La controffensiva annunciata da settimane, cosa unica nella storia universale, non sta producendo i risultati promessi per carenza di munizioni e soldati e perché gli invasori si sono organizzati. La reazione ucraina al blitz era di tifo aperto per Prigozhin al contrario degli americani. Era la loro vera controffensiva, peraltro gratis: russi che si sparano tra loro, niente di meglio. Poi c’è stato questo compromesso dai risultati tutti da scoprire che ha amareggiato Kiev”.

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