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Otto e mezzo, Travaglio critica Meloni e Cacciari lo silenzia: ecco perché ha il 30%

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La riforma della Giustizia targata Carlo Nordio non è andata giù a Marco Travaglio. Durante la puntata di Otto e Mezzo, andata in onda su La7 venerdì 23 giugno, il direttore del Fatto Quotidiano ha criticato con veemenza l’operato del ministro della Giustizia e, con lui, dell’operato del partito di Giorgia Meloni. “Hanno buttato nel cestino anche quei due pregi che avevano in mezzo a tutti i difetti: di essere destra sociale e destra legalitaria”. Al momento, continua Travaglio, “rappresentano una destra che fa la guerra ai poveri e la destra illegalitaria, che si è berlusconizzata paradossalmente quando potrebbero finalmente affrancarsene”. Il riferimento è chiaro, ora che Silvio Berlusconi è morto e non appartiene più al governo, il premier dovrebbe virare la rotta verso altri profili in termini di giustizia.

 

 

Si frappone nel discorso Massimo Cacciari, altro ospite di Lilli Gruber in collegamento con lo studio, che aggiunge un dettaglio non condiviso da Travaglio: “Sì, ma Marco, la destra che dici tu prendeva il 4%. È questo il punto fondamentale, bisogna fare un’analisi storico-politica per comprendere le ragioni politiche”. Il direttore del Fatto smentisce: “Non è mica detto che sia così”. E poi avanza un caso specifico di un imprenditore di Milano che non sarà punito per il reato di abuso di ufficio, “che il mese prossimo Nordio abolirà con la propria riforma”. Cacciari replica: “Ma lo so, sono d’accordo, però io sto dicendo un’altra cosa. La destra che aveva quelle posizioni, ammesso che le avesse, non aveva consensi. Ora la Meloni ha il 30% perché si è ‘berlusconizzata’”.

 

 

Ma allora perché gli elettori non votavano Berlusconi, che alle ultime politiche ha rappresentato la terza forza di coalizione, invece che Meloni, si chiede Travaglio. “Ti pensi che gli elettori di destra vogliano tutti l’impunità e siano tutti evasori fiscali? Se avessero voluto votare il Cavaliere lo avrebbero fatto”. Cacciari chiude il dibattito, provocando il suo interlocutore: “Se vuoi capire qualcosa di politica, non puoi fare un discorso solo sul fatto di ciò che ti piace o non ti piace a te. Ma devi ambientarlo in un contesto storico-politico. Hanno scelto la Meloni perché era la persona forte della coalizione”.

 

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