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Controcorrente, Gianluigi Paragone boccia Elly Schlein. Cosa sbaglia il segretario dem

Giada Oricchio
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Il Partito Democratico ce la farà a sopravvivere a se stesso? Consumato da correnti interne e da una perenne resa dei conti tra riformisti ed “estremisti” di sinistra, il partito non riesce a riagganciarsi al suo popolo. All’indomani della direzione, la neosegretaria Elly Schlein ha escluso qualsiasi spaccatura ma resta sulla graticola per il tentativo di costruire un campo largo con il M5s. Se ne parla nel corso del talk “Controcorrente” su Rete4, martedì 20 giugno.

 

 

 

 

Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit, è partito da una considerazione su Schlein: “Il Pd ha una sua grammatica, ha sempre un punto di caduta e lei non è una donna di sintesi, non è un segretario. Ricordiamo che ha perso il congresso e vinto le primarie, questo non è ammissibile per un segretario”. Il giornalista ha ricordato che per quanto le primarie siano una grande festa democratica, hanno il vulnus di far confluire pezzi esterni nel Pd, come la stessa Schlein e ha parlato di bivio potenzialmente fatale per la numero uno dei dem: “E’ difficile che diventi il segretario di sintesi. Io ho visto Elly Schelin molto impacciata. La trovo sbiadita e incolore perché ha paura – è stato il colpo di grazia di Paragone - E credo che più si arriverà a uno scontro parlamentare sui temi forti, più lei dovrà prendere una decisione: se diventare l’incredibile Hulk, strapparsi i vestiti e dichiararsi estremista e movimentista, una donna radicale, oppure mettersi un abitino e andare a morire”. Il vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi, ha spalleggiato l’ex collega con un commento lapidario: “Schlein sta facendo lo stesso errore di Letta: cerca di allargare il campo senza capire cos’è e qual è la sua proposta”.

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